Domande e risposte sul diritto internazionale umanitario
Durante i conflitti armati, termini come «Convenzioni di Ginevra» o «crimini di guerra» diventano di uso corrente. Queste espressioni sono strettamente legate al diritto internazionale umanitario. Tale diritto, detto anche diritto dei conflitti armati o diritto internazionale bellico (ius in bello), è applicato unicamente nei conflitti armati e ha due funzioni: da un lato, regola la condotta della guerra e, dall’altro, protegge le vittime dei conflitti armati. Domande e risposte.
Il diritto internazionale umanitario regola la condotta della guerra nei conflitti armati e protegge la popolazione civile. © Keystone
Quando si applica il diritto internazionale umanitario?
Il diritto internazionale umanitario si applica in caso di conflitto armato. Non essendo definito in nessuna delle convenzioni determinanti, nella giurisprudenza il conflitto armato è stato descritto nel seguente modo: «si è in presenza di un conflitto armato quando si verificano scontri armati nelle relazioni interstatali o un conflitto armato prolungato tra autorità governative e gruppi armati organizzati o tra questi gruppi all’interno di uno Stato». Ci sono quindi conflitti armati internazionali e conflitti armati non internazionali. Un conflitto armato non internazionale è considerato tale solo se presenta una certa intensità e un minimo di organizzazione del gruppo o dei gruppi armati. Le tensioni interne e i disordini interni come i tumulti, gli atti isolati e sporadici di violenza e altri atti analoghi non sono coperti dal diritto internazionale umanitario.
Come il diritto internazionale umanitario disciplina la condotta della guerra?
In un conflitto armato, non tutti i mezzi e metodi sono consentiti. Il diritto internazionale umanitario stabilisce quali operazioni militari, quali tattiche e quali armi sono ammesse. I due principi generalmente riconosciuti della distinzione e della proporzionalità risultano da un gran numero di prescrizioni specifiche, come per esempio il divieto di attacchi diretti alla popolazione civile o a beni civili, il divieto di attacchi indiscriminati e l’obbligo di prendere misure di precauzione per evitare perdite tra la popolazione civile, il ferimento di civili o per limitare per quanto possibile i danni.
Perché le Convenzioni di Ginevra sono fondamentali per il diritto internazionale umanitario?
Alla fine della Seconda guerra mondiale gli Stati hanno preso coscienza della necessità di stabilire regole più rigorose per proteggere efficacemente le persone che non partecipano o hanno cessato di partecipare ai combattimenti. Le quattro Convenzioni di Ginevra del 1949 e i loro Protocolli aggiuntivi del 1977 e 2005 costituiscono i fondamenti del diritto internazionale umanitario e sono integrati da altri trattati internazionali e dal diritto consuetudinario internazionale che vietano o limitano l’uso di mezzi e metodi di guerra e proteggono determinati gruppi di persone e oggetti.
Quali persone sono protette dalle Convenzioni di Ginevra?
Sono considerate protette le persone che secondo le Convenzioni di Ginevra del 1949 hanno diritto a una protezione particolare. Tra di esse vi sono i feriti, malati e naufraghi, i prigionieri di guerra, i civili che sono caduti in mano all’avversario sul suo territorio e i civili in un territorio occupato. Il personale sanitario e religioso, il personale di soccorso e di protezione civile, gli stranieri, i rifugiati e gli apolidi sul territorio di una parte in conflitto, le donne e i bambini sono di regola equiparati alle persone protette.
In che modo il diritto internazionale umanitario contribuisce in maniera concreta a garantire che i civili non muoiano di fame o abbiano accesso alle cure mediche nei conflitti armati?
Nel caso in cui la protezione civile non fosse provvista a sufficienza di beni di approvvigionamento e di derrate alimentari, il diritto internazionale umanitario prevede azioni di soccorso umanitario imparziali e non discriminanti, se le parti interessate sono d’accordo (salvo nei casi di occupazione, in cui l’occupante ha l’obbligo di accettare il soccorso umanitario). Obbliga inoltre gli Stati ad approvare e a facilitare il trasporto rapido ed efficiente dei beni di soccorso. I civili hanno diritto di rivolgersi a qualsiasi organizzazione che possa far pervenire loro l’aiuto. In caso di conflitti armati, le organizzazioni umanitarie spesso non possono accedere ai civili bisognosi di protezione, per esempio perché le parti in conflitto vi si oppongono, a causa di difficoltà geografiche o logistiche, o a causa di ostacoli burocratici o per considerazioni di sicurezza.
I conflitti armati minacciano soprattutto i bambini. In che modo il diritto internazionale umanitario li protegge?
Il diritto internazionale umanitario pone i bambini sotto una particolare protezione. Le parti in conflitto devono dare loro tutte le cure e l’aiuto di cui hanno bisogno a causa della loro età o per altri motivi. I bambini devono essere privilegiati nell’ambito dell’aiuto alimentare e medico. Il diritto internazionale umanitario prevede inoltre garanzie per i bambini arrestati, l’intangibilità della loro nazionalità e del loro stato civile e il ricongiungimento familiare. Accorda ai bambini che a seguito di una guerra sono rimasti orfani o sono stati separati dai loro genitori il diritto a una formazione nel rispetto della loro religione e della loro cultura.
E cosa dire delle donne?
Il diritto internazionale umanitario prevede una protezione particolare per le donne. Come civili sono protette contro qualsiasi attacco al loro onore e alla loro integrità fisica. Le donne gravide e le madri di bambini piccoli possono essere equiparate ai malati o ai feriti, in quanto vengono accolte in zone di sicurezza e ricevono prioritariamente soccorso. Altre disposizioni speciali proteggono le donne che fanno parte di forze armate, per esempio come prigionieri di guerra di sesso femminile. Vengono detenute separatamente dagli uomini e sono sorvegliate direttamente da donne.
Quali sfide deve affrontare oggi il diritto internazionale umanitario?
La lotta mondiale contro il terrorismo, il fenomeno crescente della partecipazione diretta dei civili alle ostilità, l’aumento di attori non statali implicati nei conflitti nonché le nuove tecnologie rappresentano solo alcune delle sfide a cui il diritto internazionale umanitario deve far fronte. Se, da un lato, le regole esistenti nel diritto internazionale umanitario permettono di rispondere a queste sfide, dall’altro, l’attuazione di questo diritto è ancora troppo imperfetta e lacunosa. Ecco perché è importante che gli attori interessati lavorino per un migliore rispetto e per una migliore attuazione del diritto internazionale umanitario, in particolar modo per quanto concerne la sua divulgazione e la sua spiegazione in alcuni ambiti.
Il diritto internazionale umanitario è ancora attuale nel contesto della digitalizzazione?
Oggigiorno i progressi tecnologici hanno dato vita a nuovi mezzi e metodi di guerra, come i mezzi cibernetici o la crescente integrazione delle componenti autonome nei sistemi d’arma. Per la Svizzera è indubbio il fatto che il diritto internazionale umanitario si applichi a queste nuove armi e all’impiego di nuove tecnologie in guerra. Si tratta di capire come queste armi e tecnologie possano essere utilizzate nel rispetto del diritto internazionale umanitario. La Svizzera contribuisce a chiarire tali questioni partecipando attivamente al lavoro di diversi forum.
Cosa s’intende per crimini di guerra?
I crimini di guerra sono gravi violazioni delle Convenzioni di Ginevra del 1949 che proteggono le persone e i beni e gravi violazioni contro le leggi e gli usi vigenti nei conflitti armati internazionali e non internazionali. Sono considerati crimini di guerra, in particolare, l’omicidio intenzionale, la tortura, la deportazione, il trattamento inumano, la detenzione illegale, la presa di ostaggi, l’attacco intenzionale a civili e a beni civili, l’arruolamento di bambini nelle forze armate, lo stupro e il saccheggio.
Come vengono puniti i crimini di guerra?
Gli Stati sono obbligati a giudicare o a estradare le persone delle quali si suppone che abbiano commesso crimini di guerra sul loro territorio. Parallelamente, la Corte penale internazionale (CPI) dell’Aia persegue gli individui sospettati di aver commesso i crimini più gravi che riguardano la comunità internazionale: il crimine di genocidio, i crimini contro l’umanità, i crimini di guerra e il crimine di aggressione. La CPI lavora a titolo sussidiario, vale a dire che interviene soltanto quando le autorità statali competenti del perseguimento penale non vogliono o non sono in grado di effettuare seriamente le inchieste o il procedimento.