L’impegno nel settore della protezione dell’infanzia nei conflitti armati («Children and Armed Conflict», CAAC) è molto importante per la Svizzera. La sua Strategia di politica estera 2020–2023 presta particolare attenzione ai gruppi più vulnerabili, per questo il problema delle bambine e dei bambini nei conflitti armati figura tra le priorità della politica umanitaria del nostro Paese.

Con la risoluzione A/RES/51/77 dell’Assemblea Generale è stato creato un meccanismo di monitoraggio e di segnalazione per identificare gli attori statali e non statali che commettono violazioni gravi dei diritti dell’infanzia. In quest’ottica, il settore CAAC è l’unico ambito della protezione della popolazione civile a disporre di un solido meccanismo per fare in modo che i responsabili siano chiamati a rispondere del loro operato. Da anni la Svizzera si impegna affinché questo meccanismo rimanga efficace e continui a basarsi su prove. A tal fine, sostiene attivamente l’Ufficio della rappresentante speciale del segretario generale ONU per i bambini nei conflitti armati. 

Violazioni gravi dei diritti dell’infanzia nei conflitti armati

Le violazioni gravi dei diritti dell’infanzia nei conflitti armati sono sei:

  1. uccisione o mutilazione di bambine e bambini
  2. reclutamento e utilizzo di bambine e bambini da parte di forze e gruppi armati
  3. stupro e altre violenze sessuali nei confronti di bambine e bambini
  4. attacchi contro scuole e ospedali
  5. rapimenti di bambine e bambini
  6. impedimento dell’accesso umanitario

Per quanto concerne le prime cinque violazioni, il Consiglio di sicurezza esige che i responsabili siano iscritti in un apposito elenco di attori che contravvengono ai propri obblighi. Tale elenco è allegato al rapporto annuale della rappresentante speciale del segretario generale ONU per i bambini nei conflitti armati (SRSG CAAC), che illustra le tendenze globali nella protezione dell’infanzia nei conflitti armati e viene presentato ogni anno al Consiglio di sicurezza. 

Ultima modifica 25.07.2023

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