La risoluzione 1325 chiede, in maniera giuridicamente vincolante, che le donne siano coinvolte in modo adeguato e paritario, a tutti i livelli, nella prevenzione dei conflitti, nei processi di pace e nella politica di sicurezza oltre che nella ricostruzione delle strutture statali. L’ONU e gli Stati membri sono inoltre tenuti a proteggere le donne durante e dopo i conflitti, in particolare dalla violenza sessualizzata e basata sul genere, e a prendere misure di prevenzione.
Devono dunque:
incentivare la partecipazione delle donne alla promozione della pace
tutelare i diritti delle donne e delle ragazze durante e dopo i conflitti e contrastare la violenza di genere
tenere maggiormente conto della prospettiva di genere durante gli interventi umanitari, nelle fasi di ricostruzione durante e dopo i conflitti violenti, nella prevenzione di questi ultimi, nonché nell’elaborazione del passato
Contemporaneamente, gli Stati membri dell’ONU devono prendere in considerazione, nella prevenzione civile delle crisi e negli interventi di ripristino delle strutture statali, le differenti condizioni di vita di donne e uomini durante e dopo una guerra. Così, alla fine di ottobre del 2000, il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha riconosciuto per la prima volta che donne e uomini hanno una diversa esperienza della guerra.
Risoluzione ONU 1325 del 31 ottobre 2000 (en)