Da Buix oltre confine: formazione continua digitale con l’Aiuto umanitario

Come si installano correttamente i pannelli solari? Come può la digitalizzazione contribuire a portare sapere e competenze dalla Svizzera ai vari Paesi nel mondo? Questi sono solo alcuni dei temi sui quali si confrontano le esperte e gli esperti del Corpo svizzero di aiuto umanitario (CSA) nel corso della formazione continua a Buix. E proprio dai campi della cittadina giurassiana si superano – con parole, immagini e video – tutti i confini.

16.09.2020
Su un prato, quattro esperti del Corpo svizzero di aiuto umanitario posizionano un tubo per l’acqua in un buco nel terreno.

Le competenze delle esperte e degli esperti riuniti a Buix vengono messe al servizio della popolazione con un progetto video volto a diffondere le conoscenze ad ampio raggio. © DFAE

Anche il piccolo comune giurassiano di Buix è tra le destinazioni raggiunte da alcuni membri del Corpo svizzero di aiuto umanitario (CSA), braccio operativo dell’Aiuto umanitario svizzero. Durante una settimana di fine estate i verdi campi accanto alla stazione si popolano di ingegneri. Il materiale –pannelli solari, cavi, tubi, pompe… – è predisposto. La formazione continua può avere inizio, quest’anno rafforzata da un progetto tutto digitale. 

Ellen Milnes, in primo piano, risponde alle domande durante l’intervista.
Con il progetto video si è voluto cogliere i dettagli dell’installazione dei vari impianti, spiegato da specialisti in molteplici campi. © DFAE

Dal sole all’acqua, una formazione continua al passo coi tempi

I corsi di aggiornamento sono importanti per gli esperti che compongono le varie squadre. A Buix, da alcuni anni, viene proposta una formazione specifica per gli ingegneri del CSA e dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (ACNUR), che ha lo scopo di fornire conoscenze tecniche in due campi strettamente connessi: l’installazione di pannelli solari applicata all’approvvigionamento idrico in contesto umanitario. Visti i crescenti investimenti nella transizione dall’energia fossile a quelle rinnovabili in corso in molti Paesi – pensiamo per esempio all’Africa, che si sta convertendo sempre di più all’energia solare – anche la proposta formativa del CSA ha voluto adattarsi. «Inizialmente abbiamo proposto un corso sull’idrologia più generale – spiega una delle coordinatrici Ellen Milnes, idrogeologa, professoressa all’Università di Neuchâtel e membro del CSA – e poi abbiamo voluto unire questi due mondi in continua evoluzione». Dal sole all’acqua: «Durante la formazione si approfondisce il funzionamento del sistema di pompaggio e distribuzione dell’acqua proveniente dai pozzi e dalle falde acquifere, azionato in modo efficiente dall’energia immagazzinata dai pannelli solari». 

 Un esperto del Corpo svizzero di aiuto umanitario collega dei pannelli solari.
La comunicazione digitale aiuta a diffondere le conoscenze sull’uso dell’energia solare e accompagna la transizione verso le risorse rinnovabili in corso in vari Paesi. © DFAE

Parola chiave cambiamento: sostenibile a lungo termine

Ma quest’anno si è voluto fare un passo oltre e garantire una maggiore diffusione di queste conoscenze, sfruttando le potenzialità della comunicazione digitale. È infatti in corso la realizzazione di un video esplicativo e approfondito, che possa essere utile agli specialisti che operano nei vari Paesi e alla stessa popolazione locale: lo scopo è accompagnare al meglio questa transizione positiva verso le risorse rinnovabili già in corso, sostenere la costruzione delle capacità («capacity building») e garantire un cambiamento duraturo. Le competenze delle esperte e degli esperti riuniti a Buix vengono così messe al servizio della popolazione, superando con questa modalità online tutti i confini.

Telecamere e microfoni alla mano, si è voluto cogliere i dettagli dell’installazione e del funzionamento dei vari impianti, spiegato da specialisti in molteplici campi: «Spesso», spiega Ellen Milnes, «è proprio un piccolo dettaglio a fare la differenza: azionare in modo scorretto un sistema di pompaggio, per esempio, può deteriorare in poco tempo il materiale e rendere vani gli investimenti fatti. È un freno al cambiamento che molti Paesi vogliono invece incentivare». 

Due esperti sollevano dei tubi dai quali scorre dell’acqua.
La formazione a Buix per gli ingegneri del CSA e dell’ACNUR verte sull’installazione di pannelli solari applicata all’approvvigionamento idrico in contesto umanitario. © DFAE

Complementarietà tra corsi online e pratica

Con la pandemia da coronavirus molti corsi di formazione rivolti al Corpo svizzero di aiuto umanitario e ai membri dell’ACNUR si sono spostati online. Come afferma Claudia Perlongo, WASH (Water and Environmental Sanitation) advisor attiva come consulente per varie organizzazioni e partecipante ai corsi online proposti su questo tema, «il video diventa un’approssimazione quasi perfetta di una esercitazione sul campo vera e propria e questa proposta potrebbe essere estesa anche ad altri ambiti nel mondo umanitario». La parola chiave resta la sostenibilità, con progetti che guardano al futuro: «La formazione online è uno strumento per adeguare la risposta umanitaria agli obiettivi di sviluppo sostenibile e sensibilizzare i finanziatori sugli interventi che necessitano di fondi a medio termine» continua Claudia Perlongo. 

Una transizione verso le risorse rinnovabili che cambia la società

Un processo di cambiamento nell’approvvigionamento di energia di notevole importanza: basti pensare che un solo pannello solare è sufficiente per azionare una pompa capace di fornire un metro cubo d’acqua all’ora. Questa transizione porta anche a una riorganizzazione all’interno della società: «Dal momento in cui l’energia solare viene utilizzata per l’approvvigionamento idrico, le malattie trasmesse dall’acqua diminuiscono, si creano nuove opportunità economiche e il numero di ragazze che vanno a scuola dovrebbe aumentare» spiega Marc-André Bünzli, esperto di risorse idriche dell’Aiuto umanitario della Svizzera a capo del gruppo di esperti WASH. In molti Paesi sono infatti le donne ad occuparsi di rifornire di acqua, portata dai pozzi, l’intero villaggio. «Idealmente, con il nostro impegno possiamo contribuire a sostituire questa terribile immagine di giovani donne che pompano l’acqua sotto il sole al posto di andare a scuola sostituendola con quella di ingegneri che mettono in funzione un vasto numero di pozzi collegati tra di loro e funzionanti esclusivamente con energie rinnovabili. Una rivoluzione si fa combinando sogno ed evoluzione, e in questo caso combinando digitalizzazione e transizione energetica. Tutto questo sarebbe un esercizio vano se non mettessimo le persone al centro dei nostri sforzi» conclude. 

Aiuto umanitario della Svizzera

L’Aiuto umanitario della Confederazione si adopera per tutelare gli interessi delle persone bisognose di protezione prima, durante e dopo conflitti, crisi e catastrofi naturali. Si concentra in particolare sugli ambiti seguenti: ricostruzione e riabilitazione delle zone colpite, prevenzione delle catastrofi, protezione delle persone vulnerabili e aiuto d’emergenza. L’Aiuto umanitario fa parte della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC), un’unità del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).

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