Un carro armato il cui cannone è stato staccato. Anche i cingoli e altri componenti sono stati rimossi.
L’Accordo di Dayton ha gettato le basi per diverse misure di disarmo nei Balcani. Il carro armato nella foto è stato distrutto nell’ambito delle misure pattuite. © OSCE

Gli strumenti principali per limitare le armi convenzionali in Europa sono i trattati di controllo degli armamenti e di disarmo nonché le misure per rafforzare la fiducia e la sicurezza. Tra i sistemi d’arma convenzionali contemplati figurano i carri armati da combattimento, i veicoli da combattimento corazzati, i veicoli con dispositivi di lancio per missili anticarro guidati, i sistemi d’artiglieria di grosso calibro, i veicoli gettaponti corazzati, i velivoli da combattimento e gli elicotteri d’attacco, le navi da guerra e i sottomarini.

Il sistema di controllo delle armi convenzionali vigente in Europa dalla fine della Guerra fredda poggia su tre pilastri:

  • il Documento di Vienna contenente misure miranti a rafforzare la fiducia e la sicurezza
  • il Trattato sulle forze armate convenzionali in Europa (ora sospeso)
  • il Trattato sui cieli aperti

Nell’ambito dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), la Svizzera partecipa attualmente solo al regime del Documento di Vienna, ma ritiene che il controllo delle armi convenzionali sia un elemento centrale e irrinunciabile dell’architettura di sicurezza europea fondata sulla cooperazione.

Alla luce dei cambiamenti operativo-militari e tecnologici, si chiede a gran voce che i trattati menzionati vengano modernizzati. Tuttavia, questo processo viene ostacolato, non da ultimo, dalle tensioni nel panorama geopolitico.

Documento di Vienna

Con il Documento di Vienna sulle misure miranti a rafforzare la fiducia e la sicurezza, aggiornato l’ultima volta nel 2011, l’OSCE dispone dal 1990 di un accordo politicamente vincolante – unico nel suo genere – sottoscritto da tutti i suoi 57 Stati partecipanti per creare trasparenza e fiducia in Europa. Il campo di applicazione comprende tutta l’Europa, dall’Atlantico agli Urali, nonché il territorio degli Stati partecipanti nel Caucaso e nell’Asia centrale, con le acque confinanti e il relativo spazio aereo. Il regime prevede, tra le altre cose, lo scambio annuale di informazioni sulle forze armate e sui principali sistemi d’arma. La Svizzera si adopera per la piena e corretta attuazione di tutti gli accordi e per preservare l’«acquis» in materia di politica di controllo degli armamenti.

Trattato sui cieli aperti

Il Trattato sui cieli aperti, giuridicamente vincolante, permette di effettuare voli d’osservazione con aerei imbarcati e sensori certificati (fotocamere, videocamere, apparecchi infrarossi, radar) sui territori degli Stati parte al fine di rilevare installazioni militari e truppe. Il Trattato è entrato in vigore il 1° gennaio 2002 e trova applicazione da Vancouver a Vladivostok.

La Svizzera non vi ha ancora aderito. Nel 2002 la Confederazione ha invece firmato un accordo di transito, che consente agli Stati parte il sorvolo con scalo in Svizzera. Per questo motivo le è stato attribuito lo statuto di osservatore. 

Ultima modifica 26.01.2022

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