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Il volo charter della compagnia SWISS proveniente da Tashkent, che era decollato da Zurigo lunedì 22 agosto alla volta della capitale uzbeka, è atterrato all’aeroporto di Zurigo poco dopo l’una del mattino di oggi. L’aereo ha riportato in Svizzera 219 persone, tra cui 141 collaboratrici e collaboratori locali della DSC insieme ai loro familiari e altri 78 passeggeri di cittadinanza afgana, tedesca e svedese. In questo modo la Svizzera ha dato un contributo concreto alle operazioni di evacuazione gestite dalla comunità internazionale.
L’Ambasciata di Svizzera a Islamabad, responsabile dei servizi consolari anche per l’Afghanistan, mantiene contatti regolari con 15 connazionali che si trovano ancora in Afghanistan. La Svizzera si adopera attivamente per garantire che anche queste persone possano lasciare il Paese.
Le persone con cittadinanza afghana verranno assegnate ai centri per i richiedenti l’asilo della Confederazione
Le persone arrivate questa mattina in Svizzera hanno effettuato tutti i controlli previsti all’aeroporto (passaporto e bagagli) e sono state distribuite regolarmente tra i vari centri per richiedenti l’asilo della Confederazione. Le famiglie non sono state divise. Tutti sono stati sottoposti a un test per il coronavirus. Due persone risultate positive sono state immediatamente isolate.
I controlli di sicurezza erano stati già effettuati in precedenza, al momento dell’assunzione delle persone in questione da parte del DFAE, ma in ogni caso al momento dell’emissione del visto umanitario il SIC ha svolto un ulteriore controllo da cui non è emerso nulla che ne sconsigliasse l’ingresso nel nostro Paese.
In caso di necessità, una terza verifica sarà effettuata durante il soggiorno nei centri per i richiedenti l’asilo della Confederazione, dove le famiglie trascorreranno verosimilmente diverse settimane prima di essere trasferite nei centri cantonali.
Ammissione al programma svizzero di reinsediamento (resettlement)
132 persone tra quelle giunte oggi in Svizzera saranno inserite nel programma di reinsediamento, sarà loro riconosciuto lo statuto di rifugiati e potranno rimanere nel nostro Paese. In quanto tali non dovranno effettuare tutta la procedura d’asilo regolare ma solo il processo di identificazione (impronte digitali, controlli di sicurezza ecc.).
Una volta arrivate nel Cantone di assegnazione seguiranno un programma di integrazione. Per il biennio 2022-2023 il Consiglio federale ha fissato un contingente di 1900 rifugiate e rifugiati ammessi tramite questo programma.
La Svizzera è preoccupata per la situazione in Afghanistan
La Svizzera ha partecipato oggi a Ginevra a una sessione straordinaria del Consiglio dei diritti umani dedicata all’Afghanistan e ha espresso la sua grande apprensione in merito a possibili attacchi contro i difensori dei diritti umani e le persone che appartengono alle minoranze locali, sottolineando l’importanza di garantire inchieste indipendenti sulle violazioni dei diritti umani.
La situazione umanitaria in Afghanistan rimane molto preoccupante. L’alto livello di violenza contribuisce ad accrescere le difficoltà e lo sconforto della popolazione afgana e aumenta il numero di sfollati che cercano sicurezza e protezione. Di fronte a questa situazione la Svizzera intende continuare a rispettare i suoi impegni, anche nel nuovo contesto.
Il DFAE sta valutando diversi appelli di grandi organizzazioni internazionali. Nei prossimi giorni deciderà in che modo aiutare al meglio le Afghane e gli Afghani, i cui bisogni umanitari sono immensi. Su una popolazione di 38 milioni di persone, 18 milioni dipendono attualmente dagli aiuti umanitari. Una cifra raddoppiata dall’inizio dell’anno.
Oltre ai bisogni umanitari a breve termine è importante anche considerare le prospettive a medio e lungo termine. A livello diplomatico, infine, la Svizzera è pronta a offrire i suoi buoni uffici, sia come Stato ospite sia nel quadro di una conferenza internazionale o facilitando le discussioni tra le parti.