Una politica estera coerente nello spazio digitale

Le tecnologie digitali offrono nuove opportunità per la diplomazia, la lotta contro la povertà e a favore della sostenibilità. Tuttavia comportano anche rischi, ad esempio nell’elaborazione di grandi quantità di dati o in relazione alla diffusione di notizie false e alla sorveglianza. Con l’adozione della Strategia di politica estera digitale 2021–2024, il Consiglio federale riconosce che la tecnologia digitale è un tema prioritario della politica estera svizzera.

04.11.2020
Entriamo in una stanza buia, con illuminazione blu, divisa in corsie da una moltitudine di server dove vengono memorizzati i dati digitali.

Vista di una sala server dove vengono memorizzati ed elaborati dati; la tecnologia digitale svolge un ruolo sempre più importante nella nostra vita quotidiana. © shutterstock

«L’intelligenza artificiale si fa sempre più largo nel nostro quotidiano, mentre nel contesto della pandemia di COVID-19 le applicazioni digitali svolgono un ruolo cruciale», scrive il capo del Dipartimento federale degli affari esteri Ignazio Cassis nella prefazione alla Strategia di politica estera digitale 2021–2024, che il Consiglio federale ha adottato il 4 novembre. L’Esecutivo è partito da una constatazione evidente. Il mondo è in continua evoluzione e ha bisogno di una «residenza» digitale, un luogo in cui tutti gli Stati, le imprese e le cittadine e i cittadini – attori interessati da vicino dalle nuove sfide poste dalla digitalizzazione – possano ritrovarsi. La Ginevra internazionale costituirà questa «residenza» digitale. Lo scopo è promuovere la trasparenza del dialogo e la cooperazione internazionale e rafforzare il diritto internazionale di fronte alle derive negative in materia di sorveglianza e sul fronte del rispetto dell’opinione pubblica, sfruttando al contempo le opportunità offerte dalle nuove tecnologie. Queste tecnologie consentono al DFAE, ad esempio, di fornire servizi consolari di alta qualità.

L’intelligenza artificiale si fa sempre più largo nel nostro quotidiano, anche nel contesto della pandemia di COVID-19.
Ignazio Cassis, consigliere federale

Le tecnologie digitali, la digitalizzazione e Internet creano innumerevoli opportunità, per la politica estera svizzera, di rafforzare la protezione degli interessi e di difendere le esigenze della comunità mondiale. «La digitalizzazione è, da un lato, uno strumento che aiuta a semplificare i processi, ad esempio nel settore dei servizi consolari o dell’informatica. Dall’altro, è anche una nuova area tematica della politica estera», precisa il capo del DFAE Ignazio Cassis.

L’intelligenza artificiale può anche avere un effetto negativo e causare grandi danni. Gli abusi causano danni spesso sottovalutati. Lo spazio digitale, attraverso il quale transitano molti dati personali e confidenziali, è oggi teatro di attacchi informatici che non solo violano la sfera privata degli individui ma rendono anche gli Stati più vulnerabili. Nessun Paese e nessuna persona possono pretendere di potersi proteggere da soli. La creazione di una governance globale dello spazio digitale è pertanto indispensabile.

La digitalizzazione per la prima volta tra le priorità della strategia di politica estera

La strategia di politica estera digitale della Svizzera definisce i principi fondamentali per uno spazio digitale aperto, libero e sicuro e completa inoltre uno schema più ampio della strategia di politica estera per i prossimi quattro anni, declinato in un sistema a cascata su tre livelli. La Strategia di politica estera 2020–2023 definisce gli assi principali e le priorità, mentre le diverse strategie geografiche o tematiche specificano l’azione in alcuni settori e regioni prioritari. Tutte le strategie sono approvate dal Consiglio federale.

Il Consiglio federale accorda molta importanza alla digitalizzazione, che assume un valore ancora più grande nel programma di legislatura 2019–2023.
Ignazio Cassis, consigliere federale

Il tema della digitalizzazione è dunque inserito tra le priorità della strategia globale del DFAE. «Il Consiglio federale accorda molta importanza alla digitalizzazione, che assume un valore ancora più grande nel programma di legislatura 2019–2023», conferma il consigliere federale Ignazio Cassis, «e svolge un ruolo sempre più importante anche nella – e per la – politica estera. È per questo che, per la prima volta, è definita nella Strategia di politica estera 2020–2023 come una delle quattro priorità tematiche».

Uso delle tecnologie digitali in politica estera

Nel suo impegno per consolidare la pace e la sicurezza nel mondo, rafforzare la prosperità economica globale e promuovere i suoi obiettivi di sviluppo sostenibile – contenuti nell’Agenda 2030 –, la Svizzera ha sempre più a che fare con le nuove tecnologie. Il digitale sta diventando, per esempio, un importante strumento a sostegno della politica umanitaria. In caso di crisi o catastrofi naturali, l’analisi dei big data e una migliore possibilità di collegamento tra gli attori interessati consentono di trovare più rapidamente le persone disperse, identificando al contempo le esigenze delle vittime nel modo migliore possibile per potervi rispondere. Il digitale coinvolge tutti i dipartimenti dell’Amministrazione federale e si inserisce, in un modo o nell’altro, in tutti i piani d’azione della Confederazione all’internazionale. «È opportuno che anche in futuro continuiamo [...] ad adoperarci per una politica estera coerente ed efficace – anche nello spazio digitale», scrive Cassis.

 

È opportuno che anche in futuro continuiamo [...] ad adoperarci per una politica estera coerente ed efficace – anche nello spazio digitale.
Ignazio Cassis, consigliere federale

Partendo da queste considerazioni, la nuova strategia per la politica estera digitale individua quattro campi d’azione prioritari.

Governance digitale

Foto della «Sfera Celeste» al Palazzo delle Nazioni di Ginevra e, in filigrana, una rappresentazione del codice binario composto dalle cifre 0 e 1.
Quali norme devono disciplinare le nuove tecnologie affinché siano al servizio delle persone? La Ginevra internazionale offre una piattaforma di scambio unica in Svizzera. © DFAE

La creazione di una nuova governance globale che regoli l’uso della tecnologia digitale nel mondo si rivela complessa. Nel caso ideale tutti i Paesi dovrebbero riuscire ad accordarsi sul rispetto di standard e regole molto chiare – che abbiano valore di legge – per garantire che si tenga conto degli interessi e delle esigenze di tutti e che siano seriamente rispettati. Se da un lato la revisione di un nuovo quadro giuridico sarebbe senz’altro efficace, dall’altro c’è bisogno di fare affidamento su un diritto più mite nella regolamentazione dello spazio digitale. È su questa strada che la Svizzera ha deciso di tracciare la propria rotta. Senza voler regolamentare in modo rigido la tecnologia digitale, la Confederazione si impegna principalmente a rendere più concreti le norme di diritto internazionale esistenti nel campo digitale, senza doverne emanare di nuove. Sostiene quindi una posizione moderata e costruttiva.

Prosperità e sviluppo sostenibile

Uno smartphone appoggiato su un tavolo mostra la schermata iniziale dell’applicazione SwissCovid.
Alcune applicazioni digitali permettono di favorire il benessere; SwissCovid è stata pensata per limitare i contagi di coronavirus in Svizzera. © unsplash

Le opportunità offerte dalla digitalizzazione dovrebbero essere meglio sfruttate per creare una maggiore prosperità in Svizzera e nel mondo. Per la Confederazione rappresenta un valore aggiunto tecnologico a sostegno della sua economia e dei suoi interessi in materia di commercio internazionale. Il digitale è uno straordinario vettore di innovazione e i settori della ricerca se ne avvalgono tendenzialmente con cognizione di causa. Ma queste innovazioni devono anche permettere di realizzare con maggiore efficacia gli obiettivi nel campo della cooperazione internazionale e di attuare su scala globale l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Le tecnologie digitali devono quindi garantire progressi importanti nei settori del commercio e della finanza (fintech), della medicina (medtech), della promozione della pace (peacetech) e della lotta contro la povertà (tech4good). Ecco perché la digitalizzazione rappresenta una priorità anche nella strategia di cooperazione internazionale. La Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) persegue già questi obiettivi nell’ambito di diversi progetti. Grazie all’impegno della DSC il personale sanitario in Tanzania, formato in maniera rudimentale, utilizza un’applicazione per migliorare la diagnosi di varie malattie, tra cui la malaria. Nel 2017 un altro progetto ha favorito l’indennizzo rapido di 203’000 agricoltori dell’India meridionale che avevano perso il proprio raccolto di riso a causa della siccità tramite un programma nazionale di assicurazione sui raccolti e all’individuazione dei danni attraverso immagini satellitari.

Cybersicurezza

Un passaporto svizzero in verticale su una scrivania bianca.
Oggigiorno i passaporti biometrici contengono informazioni digitali necessarie per la protezione delle persone da ogni forma di usurpazione. © Keystone

La promozione della pace deve essere rafforzata ovunque possibile. Concretamente, nello spazio digitale questo significa favorire l’attuazione di strutture e spazi di scambio che permettano l’applicazione del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario. La Svizzera riconosce la validità delle norme in vigore e vuole applicarle nella lotta contro ogni forma di cyberattacco. La cybersicurezza coinvolge una serie di attori che vanno dallo Stato alla società civile, passando per gli operatori economici. L’approccio multistakeholder è una costante nella definizione strategica della politica estera svizzera, così come lo è la sua lunga tradizione in materia di buoni uffici.

Autodeterminazione digitale

Due videocamere di sorveglianza sono fissate a un muro di cemento. In sovraimpressione sulla foto si vede un simbolo che rappresenta un lucchetto.
Le tecnologie digitali sono utilizzate per garantire la nostra sicurezza. Ma ogni individuo deve mantenere il controllo dei dati che desidera diffondere. © unsplash

L’autodeterminazione digitale è necessaria per garantire il rispetto della vita privata ma anche della libertà di opinione. La raccolta quotidiana di dati personali attraverso le tecnologie digitali fa emergere domande sul loro utilizzo, talvolta improprio, da parte di terzi o di Stati. Questi dati non devono in alcuna forma contribuire alla limitazione delle libertà individuali fondamentali. Ogni individuo connesso a livello globale tramite la digitalizzazione o le tecnologie digitali deve essere in grado di controllare la condivisione dei suoi dati personali e poterne determinare l’utilizzo futuro.

L’esperienza della Svizzera e il posto della Ginevra internazionale

La posizione della Svizzera sulla digitalizzazione è ambiziosa. Grazie alla sua cultura del consenso e alla sua tradizione in materia di buoni uffici si colloca come mediatrice in un ambiente nuovo e complesso. Le sue istituzioni, la sua neutralità e la sua reputazione generale ispirano fiducia. Questo è un importante punto di forza per la Confederazione, che auspica di svolgere un ruolo di primo piano nello sviluppo e nell’attenta regolamentazione del settore digitale. «Di fronte alla geopolitica digitale e a una tendenza alla formazione di blocchi, occorrono sempre più voci capaci di mediare. La Svizzera può far leva su successi importanti e su un impegno fruttifero», si legge nella nuova Strategia di politica estera digitale.

Il nostro Paese coltiva anche la propria tradizione di Stato ospite e intende avvalersi della centralità della Ginevra internazionale per diventare l’epicentro della governance internazionale in ambito digitale. La città è particolarmente attiva nella ricerca e nella promozione delle tecnologie digitali. La presenza di diversi attori importanti fa della città del Rodano una piattaforma multistakeholder che la Confederazione intende rafforzare ulteriormente con le sue politiche.

 

La Svizzera è in prima linea nello sviluppo di applicazioni e tecnologie digitali.
Ignazio Cassis, consigliere federale

Inoltre, la Svizzera è tra i primi Paesi al mondo per numero di startup e giovani imprese attive nel settore dell’intelligenza artificiale. «Grazie alle condizioni quadro stabili e favorevoli offerte dalla Svizzera alle organizzazioni che desiderano stabilirvisi – nonché alle sue scuole universitarie e agli altri istituti di ricerca come pure alle imprese innovative dell’economia privata – la Svizzera è in prima linea nello sviluppo di applicazioni e tecnologie digitali».

In parallelo alla Crypto-Valley nel Cantone di Zugo e a complemento della nuova Trust-Valley nella regione del Lago Lemano, la Ginevra internazionale ha già svolto un ruolo di primo piano nello sviluppo di Internet grazie alla propria collaborazione con il segretariato del Forum dell’ONU sulla governance di Internet (IGF) o tramite il CERN. Inoltre, può avvalersi della Geneva Internet Platform (GIP), un organismo che permette di approfondire le conoscenze sulla questione delle nuove tecnologie. La nuova Strategia di politica estera digitale fornisce quindi una serie di risposte idonee a porre Ginevra e la Svizzera ancora più al centro del digitale.

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