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Comunicati stampa
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I soccorritori svizzeri sono atterrati sabato sera all’aeroporto di Zurigo-Kloten. I 23 specialisti in ricerca, accompagnati da nove cani di salvataggio, sono partiti sabato scorso alla volta del Giappone dopo il violento terremoto e il susseguente tsunami che hanno colpito questo Paese. La partenza, che ha subito un certo ritardo rispetto alla pianificazione iniziale per motivi logistici, è stata data nella notte da venerdì a sabato. La squadra svizzera è rientrata insieme alla squadra di salvataggio tedesca a bordo di un charter fino a Manchester e quindi di un secondo charter fino a Zurigo-Kloten.
Gli specialisti in ricerca sono intervenuti a un centinaio di chilometri a nord della città di Sendai, distante circa 150 chilometri dalle centrali nucleari di Fukushima I e II. Con il supporto dei cani di salvataggio e dell’equipaggiamento di rilevazione, i soccorritori sono riusciti a localizzare tre persone sepolte, che sono state prontamente indicate ai servizi giapponesi competenti.
Nel corso della loro missione, gli specialisti del Corpo svizzero di aiuto umanitario (CSA), del quale faceva parte anche un esperto di protezione contro le radiazioni, hanno garantito la sicurezza di tutta la squadra effettuando a intervalli regolari misurazioni della radioattività nei siti d’intervento. In questi luoghi non è stato misurato in alcun momento un aumento delle radiazioni nocive.
La Svizzera aveva offerto il suo aiuto al Giappone subito dopo la catastrofe dell’11 marzo scorso. La squadra di ricerca e valutazione svizzera ha lavorato in collaborazione con le autorità locali e le équipe degli altri Paesi, segnatamente della Germania, accorse per prestare assistenza alle persone sinistrate. Il suo intervento è stato molto apprezzato dalla popolazione e dalle autorità giapponesi, che lo hanno percepito come l’espressione della solidarietà della Svizzera in una situazione di estrema difficoltà.
La Confederazione mantiene la sua presenza in Giappone anche dopo il rientro di questa squadra di specialisti. Alcuni membri del CSA e dell’Aiuto umanitario sono infatti ancora operativi sul posto, nel caso specifico per sostenere l’attività dell’Ambasciata svizzera. A loro è stato affidato il compito di assistere i cittadini svizzeri che desiderano lasciare il paese e di prestare aiuto alle rappresentanze di Tokyo e Osaka nell’ambito del coordinamento e della gestione della crisi.
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