Articolo, 29.11.2013

Berna, 1.12.2013 – In occasione della Giornata mondiale contro l’Aids, la DSC finanziato la registrazione di una canzone per incoraggiare, tra l’altro, i giovani a proteggersi. Il suo autore Sim-Kool, artista ivoriano e ambasciatore di buona volontà del Groupe Sida Genève, parla del suo impegno in questa intervista.

Der Liedermacher und Sänger engagiert sich seit den frühen 2000er-Jahren für den Kampf gegen HIV/Aids.

I giovani sono un gruppo sostenuto dalla DSC attraverso i suoi partner bilaterali e altri attori multilaterali, come per esempio l’UNAIDS.

Per la Giornata mondiale di lotta contro l’Aids, organizzata il 1o dicembre, la DSC ha finanziato la registrazione della canzone di un artista ivoriano impegnato, Sim-Kool. «Mon Pote prends Capote» evoca il tema della prevenzione dell’HIV e si rivolge soprattutto ai giovani.

Cantautore e compositore, Sim-Kool ha iniziato la sua carriera artistica negli anni 1990. Il suo impegno nella lotta contro l’HIV/Aids risale invece all’inizio degli anni 2000. Attualmente riveste il ruolo di ambasciatore di buona volontà del Groupe Sida Genève ed è portavoce dell’Associazione mondiale in favore degli orfani, che ogni anno organizza il Festival rurale ivoriano nella regione dove Sim-Kool è nato, l’Indénié-Djuablin.

Il Festival è stato il primo nella regione a distribuire dei preservativi, a procedere all’individuazione dell’HIV/Aids e a monitorare lo stato delle persone infette. Sim-Kool ha anche collaborato in diverse occasioni con l’Aiuto Aids Svizzero (AAS).

La DSC ha finanziato la registrazione della Sua ultima canzone, che incoraggia i giovani, tra l’altro, a proteggersi, Lei è ambasciatore di buona volontà del Groupe Sida Genève e opera in questo ambito come artista impegnato da più di dieci anni: da dove arriva il Suo impegno per questa causa?
Non sono direttamente colpito dall’HIV/Aids, ma intorno a me posso purtroppo contare numerose persone che quotidianamente devono convivere con questo virus. Mia cugina è morta di Aids. Come cantante so che la musica rappresenta un importante vettore di sensibilizzazione. Prendiamo per esempio «We are the world» di Michael Jackson e Lionel Richie: questa canzone, che si prefiggeva di lottare contro la carestia in Etiopia, ha fatto il giro del mondo.

Qual è il Suo messaggio per i giovani dinanzi all’epidemia dell’Aids?
Ci tengo a dire ai giovani di non giocare con la propria vita, di essere vigili nelle loro frequentazioni e, soprattutto, di controllare le loro pulsioni. Le conseguenze possono essere irreversibili e la loro esistenza può esserne distrutta.

Come possono la musica e le parole aiutare nella lotta contro quest’epidemia?
Si dice che la musica mitighi i costumi. Per me la musica è ancora di più: è una vera e propria terapia che cura e guarisce in profondità. Il mio singolo «Mon Pote Prends Capote» ha come obiettivo soprattutto la prevenzione dell’HIV.

Quali sono le prospettive per l’avvenire? Come continuerà la Sua lotta?
In futuro mi piacerebbe impegnarmi ancora di più in favore della comunità subsahariana in Svizzera e anche nel mio Paese, la Costa d’Avorio, in particolare tra la popolazione della regione dove sono nato, l’Indénié-Djuablin. Continuo e continuerò a battermi finché non ci saranno più persone infette, non ci saranno più discriminati, non ci saranno più malati e non ci saranno più decessi di HIV/Aids. Vorrei approfittare dell’occasione per ringraziare la direzione del Groupe Sida Genève che mi ha permesso, nella mia veste di ambasciatore di buona volontà, di seguire una formazione di alto livello sull’HIV/Aids.

Cifre allarmanti tra i giovani

Il prossimo 1o dicembre 2013 l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha deciso di porre l’accento sulla prevenzione dell’Aids tra i giovani e gli adolescenti, un gruppo ancora particolarmente vulnerabile malgrado gli sforzi compiuti negli ultimi anni in materia di sensibilizzazione.

Secondo il Programma congiunto delle Nazioni Unite sull’HIV/AIDS (UNAIDS), il numero di adolescenti in età compresa tra 10 e 19 anni morti a causa dell’Aids è aumentato del 50 per cento tra il 2005 e il 2012. Nello stesso arco di tempo, il numero di decessi legati all’epidemia si è complessivamente ridotto del 30 per cento a livello globale.

Nell’Africa subsahariana il numero di giovani donne e giovani uomini infetti di età compresa tra 15 e 24 anni è crollato del 42 per cento tra il 2001 e il 2012. Nel 2012 questa categoria rappresentava, tuttavia, ancora il 39 per cento dei due milioni di giovani adulti infetti.

Povertà, disoccupazione, mancanza di sicurezza alimentare e complesse dinamiche generazionali possono spingere i più giovani ad adottare pratiche sessuali ad alto rischio, come la prostituzione e, nel caso delle donne che aspirano a una vita migliore, relazioni sessualicon uomini più anziani. La comprensione del contesto sociale e delle dinamiche di genere resta pertanto essenziale per raggiungere una diminuzione dell’epidemia.

Ascoltare il singolo «Mon Pote Prends Capote» in mp3  

Ultima modifica 19.07.2023

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