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Comunicati stampa
Comunicati stampa
I giovani sono un gruppo sostenuto dalla DSC attraverso i suoi partner bilaterali e altri attori multilaterali, come per esempio l’UNAIDS.
Per la Giornata mondiale di lotta contro l’Aids, organizzata il 1o dicembre, la DSC ha finanziato la registrazione della canzone di un artista ivoriano impegnato, Sim-Kool. «Mon Pote prends Capote» evoca il tema della prevenzione dell’HIV e si rivolge soprattutto ai giovani.
Cantautore e compositore, Sim-Kool ha iniziato la sua carriera artistica negli anni 1990. Il suo impegno nella lotta contro l’HIV/Aids risale invece all’inizio degli anni 2000. Attualmente riveste il ruolo di ambasciatore di buona volontà del Groupe Sida Genève ed è portavoce dell’Associazione mondiale in favore degli orfani, che ogni anno organizza il Festival rurale ivoriano nella regione dove Sim-Kool è nato, l’Indénié-Djuablin.
Il Festival è stato il primo nella regione a distribuire dei preservativi, a procedere all’individuazione dell’HIV/Aids e a monitorare lo stato delle persone infette. Sim-Kool ha anche collaborato in diverse occasioni con l’Aiuto Aids Svizzero (AAS).
La DSC ha finanziato la registrazione della Sua ultima canzone, che incoraggia i giovani, tra l’altro, a proteggersi, Lei è ambasciatore di buona volontà del Groupe Sida Genève e opera in questo ambito come artista impegnato da più di dieci anni: da dove arriva il Suo impegno per questa causa?
Non sono direttamente colpito dall’HIV/Aids, ma intorno a me posso purtroppo contare numerose persone che quotidianamente devono convivere con questo virus. Mia cugina è morta di Aids. Come cantante so che la musica rappresenta un importante vettore di sensibilizzazione. Prendiamo per esempio «We are the world» di Michael Jackson e Lionel Richie: questa canzone, che si prefiggeva di lottare contro la carestia in Etiopia, ha fatto il giro del mondo.
Qual è il Suo messaggio per i giovani dinanzi all’epidemia dell’Aids?
Ci tengo a dire ai giovani di non giocare con la propria vita, di essere vigili nelle loro frequentazioni e, soprattutto, di controllare le loro pulsioni. Le conseguenze possono essere irreversibili e la loro esistenza può esserne distrutta.
Come possono la musica e le parole aiutare nella lotta contro quest’epidemia?
Si dice che la musica mitighi i costumi. Per me la musica è ancora di più: è una vera e propria terapia che cura e guarisce in profondità. Il mio singolo «Mon Pote Prends Capote» ha come obiettivo soprattutto la prevenzione dell’HIV.
Quali sono le prospettive per l’avvenire? Come continuerà la Sua lotta?
In futuro mi piacerebbe impegnarmi ancora di più in favore della comunità subsahariana in Svizzera e anche nel mio Paese, la Costa d’Avorio, in particolare tra la popolazione della regione dove sono nato, l’Indénié-Djuablin. Continuo e continuerò a battermi finché non ci saranno più persone infette, non ci saranno più discriminati, non ci saranno più malati e non ci saranno più decessi di HIV/Aids. Vorrei approfittare dell’occasione per ringraziare la direzione del Groupe Sida Genève che mi ha permesso, nella mia veste di ambasciatore di buona volontà, di seguire una formazione di alto livello sull’HIV/Aids.