Articolo, 09.07.2012

Inaugurato nel 2002, l'Ufficio di cooperazione in Afghanistan festeggia quest'anno il primo decennio di attività. Il Paese, che sta attraversando una fase di profondo mutamento, è considerato uno Stato fragile. Malgrado il contesto complesso e instabile, la DSC intende impegnarsi ulteriormente per non vedere vanificati i risultati finora ottenuti. Elisabeth von Capeller, capo della Divisione Asia meridionale, ha visitato il paese dal 6 all’ 11 giugno 2012 e trasmette le sue impressioni. La mostra «Un altro sguardo sull’ Afghanistan» propone anche di scoprire le molteplici sfaccettature di questo paese attraverso le fotografie di giovani artisti afgani.

La DSC sostiene il popolo afghano da oltre trent’anni.

Sin dall'inizio, la presenza della Svizzera in Afghanistan non è stata dettata da un'agenda politica o da considerazioni strategiche o militari. Al contrario, è sempre stata guidata e caratterizzata dalla volontà di lavorare e fornire sostegno nel settore dell'aiuto umanitario e della cooperazione allo sviluppo. È quanto ha sottolineato Christoph Bubb, ambasciatore svizzero in Afghanistan, in occasione di un evento organizzato in primavera a Kabul per festeggiare il 10º anno di esistenza dell'Ufficio di cooperazione.

In qualità di Paese neutrale senza passato coloniale, la Svizzera gode di un indubbio vantaggio che le permette di lavorare efficacemente in contesti fragili e complessi. In Afghanistan, la DSC è tuttora una delle rare agenzie governative a poter condurre progetti sul posto senza protezione armata.

Prima l'aiuto umanitario, poi l'impegno a lungo termine
La DSC sostiene il popolo afghano da oltre trent’anni. Nel 2002, un anno dopo il crollo del regime talebano, ha aperto un Ufficio di cooperazione a Kabul con l'obiettivo di rafforzare l'aiuto umanitario per i gruppi più vulnerabili della popolazione, comei profughi interni o di ritorno e i rifugiati in Iran e in Pakistan.

Dal 2004, il sostegno svizzero si è trasformato in un impegno di lungo periodo incentrato sullo sviluppo e la ricostruzione del Paese. La DSC si adopera in particolare per l’instaurazione del buongoverno, il rispetto dei diritti umani e il miglioramento delle condizioni di vita dei gruppi più svantaggiati.

La mappa mostra le province in cui vengono promossi progetti bilaterali. Quelli multilaterali (soprattutto nel settore della governance) sono spesso progetti nazionali e pertanto non figurano sulla mappa.

Risultati positivi
Nelle province in cui la DSC è attiva con vari progetti e partenariati si sono registrati risultati positivi: il numero di ragazze iscritte a scuola è aumentato, la resistenza alle inondazioni è miglioratagrazie a una più idoneagestione del suolo e il reddito di migliaia di famiglie di agricoltori e allevatori è cresciuto.

Un'altra iniziativa riuscita è la creazione di panetterie comunitarie nel distretto di Bamyan, che ha permesso a un migliaio di famiglie di ridurre le spese di carburante e di legname. Grazie alla diminuzionedelle emissioni di fumo delle abitazioni, anche la situazione sanitaria è migliorata.

Nel quadro della riforma della giustizia e della polizia in Afghanistan, la DSC sostiene in particolare il reclutamento di poliziotte. Nel 2011 il corpo di polizia nazionale contava oltre 1240 nuovi agenti donne. Sul fronte dei diritti dell'uomo l'organizzazione civile ACSF (Afghanistan Civil Society Forum), costituitasi a partiredal 2001 dalla Divisione Sicurezza umana del DFAE, è diventata una piattaforma influente e riconosciuta nel campo dell'educazione civica.

Migliorare le condizioni di vita e rafforzare la governance locale
Per il periodo 2012-2014 l'impegno della Svizzera in Afghanistan dovrebbe ammontare complessivamente a 70 milioni di franchi, compreso il programma regionale nella regione dell'Hindu Kush al confine tra l’Afghanistan e il Pakistan.
I principali obiettivi sono:

  • migliorare le condizioni di vita della popolazione
  • promuovere la risoluzione dei conflitti
  • rafforzare la governance a livello locale.

Se le condizioni di sicurezza lo permetteranno, la cooperazione svizzera proseguirà gli sforzi in Afghanistan anche dopo il 2014. Per evitare che i risultati ottenuti siano vanificati da un contesto molto instabile, la DSC deve adeguare costantemente le modalità di intervento e intensificare il proprio impegno.

Di ritorno dall'Afghanistan
«La determinazione delle donne mi ha molto impressionato»
Elisabeth von Capeller, capo della Divisione Asia meridionale della DSC, era in Afghanistan dal 6 all'11 giugno 2012.

«Per noi l'Afghanistan è sinonimo di terrore, guerra e donne con il burka senza diritti e opinioni. Nel corso del nostro viaggio abbiamo avuto l'occasione di incontrare molte donne che hanno potuto migliorare la propria situazione economica e sociale grazie a progetti di sviluppo. In un campo profughi per famiglie sfollate abbiamo reso visita a un gruppo di donne che hannobeneficiato diuna consulenza su misure elementari di prevenzione al momento del parto. Le levatrici hanno visitato donne incinte e discusso con loro sulle loro esigenze. Ci ha impressionato la partecipazione attiva, determinata e molto vivace delle donne, che hanno dato spazio anche allo humor e alle risate. Tutte le volte che abbiamo incontrato donne in un ambiente protetto, ci siamo resi conto di quanto sia grande la voglia e il bisogno di imparare, di essere stimate e di partecipare alla vita pubblica e della loro intenzione di raggiungere questi obiettivi. I progetti sostenuti dalla DSC vi contribuiscono.»

 

Uno altro sguardo sull'Afghanistan

 

Jeune fille sur une balançoire.Attraverso le opere di giovani artisti afghani, la mostra internazionale «Uno sguardo sull'Afghanistan» mostra le molteplici sfaccettature della realtà dell'Afghanistan di oggi, molto diverse dall'immagine veicolata dai media. La mostra fotografica itinerante, presentata in 10 province afghane, giungerà anche in Svizzera. La prima tappa è prevista dal 17 agosto al 15 settembre 2012 al Kornhausforum di Berna.

Informazioni sulla mostra

 

Informazioni supplementari

Ultima modifica 19.07.2023

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