Comunicato stampa, 22.05.2020

Numerosi migranti residenti all’estero inviano periodicamente una parte del reddito alle proprie famiglie che risiedono nel Paese di origine. A causa della pandemia di COVID-19, i Paesi a basso reddito stanno assistendo a una drastica riduzione dell’afflusso di questo denaro dall’estero. In data odierna la Svizzera, in stretta collaborazione con il Regno Unito, ha pertanto lanciato un appello con cui si chiede alla Comunità internazionale che vengano garantiti i canali di circolazione di tali fondi per preservare l’accesso delle comunità più indigenti a questi mezzi finanziari vitali. Per il consigliere federale Ignazio Cassis, questo appello congiunto ribadisce anche le strette relazioni tra la Svizzera e il Regno Unito.

Le rimesse inviate dai migranti rappresentano la base esistenziale per molte famiglie nei Paesi a reddito medio o basso. Per numerosi Paesi, questi trasferimenti di fondi costituiscono attualmente, o spesso superano, il 25 per cento del PIL. Dopo il record di rimesse di 550 miliardi di dollari US registrato nel 2019, incombe ora un crollo di trasferimenti dovuto alle conseguenze economiche determinate dalla pandemia di COVID-19. Nei Paesi a reddito medio o basso, per il 2020 la Banca Mondiale prevede una diminuzione delle rimesse di circa il 20 per cento – ovvero di 110 miliardi di dollari US. Senza i trasferimenti di fondi effettuati dalle persone emigrate e dai membri della diaspora, moltissime famiglie non potranno più affrontare le spese per i beni e i servizi di prima necessità, come il cibo, l’abitazione, l’istruzione e le cure mediche. Questo può anche portare ad un aumento della pressione migratoria.
 
Appello congiunto di Svizzera e Regno Unito

Per questo motivo la Svizzera ha oggi lanciato un appello internazionale affinché «le rimesse continuino ad affluire anche durante la crisi». L’appello è frutto della collaborazione con il Regno Unito e con varie organizzazioni multilaterali per lo sviluppo (p. es. il Fondo delle Nazioni Unite per il finanziamento dell’attrezzatura-capitale UNCDF, la Banca Mondiale, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni OIM e il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite PNUS) e attori finanziari privati.

L’obiettivo dell’appello è garantire che le rimesse possano essere effettuate senza ostacoli in tutto il mondo anche durante la pandemia di COVID-19, in modo che le famiglie dei migranti possano continuare a ricevere questo supporto fondamentale evitando di sprofondare nella povertà. Le misure di contenimento della COVID-19 e la chiusura degli uffici di cambio e di trasferimento di denaro («money transfer») rendono a volte difficile, se non impossibile, trasferire questi fondi. E in certi casi la mancanza di liquidità in questi uffici costituisce un ulteriore problema. L’invito ad agire punta in primis a migliorare l’accesso dei migranti alle possibilità di trasferimento dei fondi fornendo loro un maggior numero di opzioni di trasferimento digitali. In secondo luogo intende incoraggiare i governi di tutti i Paesi, ma anche le autorità di regolamentazione e i fornitori di servizi, a sostenere le rimesse. Infine, attraverso campagne di informazione, vuole sensibilizzare i migranti in merito alle nuove possibilità, comprese le opzioni di trasferimento digitale.

"Le rimesse sono importanti, ma difficili a causa di COVID-19. Facciamo in modo che le barriere siano rimosse in tutto il mondo. Le nuove tecnologie possono essere d'aiuto in questo caso", ha sottolineato il consigliere federale Ignazio Cassis. Ecuador, Egitto, El Salvador, Giamaica, Pakistan, Messico, e Nigeria hanno già risposto all’appello.

Competenza svizzera e stretta collaborazione con il Regno Unito

Grazie al suo lavoro e alla sua esperienza pluriennali nel settore della migrazione e dello sviluppo, ma anche grazie ai suoi contatti e alla sua competenza in ambito finanziario, la Svizzera si concentra sui servizi che si avvalgono delle nuove tecnologie per il trasferimento di fondi, come per esempio l’uso dei telefoni cellulari.

Questo appello congiunto ribadisce le strette relazioni bilaterali tra la Svizzera e il Regno Unito ed è un segnale della buona collaborazione tra i due Paesi. In vista dell’uscita del Regno Unito dall’UE (Brexit), la Svizzera ha lavorato a stretto contatto con le autorità britanniche nel quadro della strategia «Mind the gap» del Consiglio federale, che mira a conservare per quanto possibile i diritti e gli obblighi reciproci esistenti tra i due Paesi. La Svizzera ha potuto così concludere con il Regno Unito una serie di nuovi accordi relativi al commercio, alla migrazione, al trasporto stradale e aereo così come in ambito assicurativo. Tali accordi entreranno in vigore al termine del periodo di transizione tra il Regno Unito e l’UE e, in seguito, la strategia prevede di estendere questa cooperazione a temi di interesse comune non ancora compresi nel quadro attuale.


Informazioni supplementari:

Dossier COVID-19: cooperazione internazionale della Svizzera


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Ultima modifica 19.07.2023

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