Comunicato stampa, 01.06.2017

A sette mesi dall’inizio dell’offensiva per liberare Mossul, le forze irachene colpiscono l’ultimo sbarramento del gruppo autoproclamato dello Stato islamico in città, nel quartiere più densamente popolato in cui si troverebbero ancora 250 000 civili. Si prevedono aspri combattimenti e la situazione umanitaria rischia di peggiorare ulteriormente. La Svizzera esorta le parti a rispettare il diritto internazionale umanitario, a permettere un accesso umanitario rapido e senza ostacoli e a portare avanti gli sforzi per assistere la popolazione irachena, anche a prescindere dall’offensiva a Mossul.

Da sette mesi, gli abitanti di Mossul sono vittime degli scontri tra le forze irachene, sostenute dalla coalizione internazionale, e il gruppo autoproclamato dello Stato islamico (IS), che controlla la città dal 2014. Finora sono oltre 750 000 le persone che hanno abbandonato la città a causa del conflitto. L’assalto portato all’ultimo quartiere in mano all’IS desta grandi preoccupazioni di ordine umanitario. Percorso da numerose stradine, questo quartiere densamente popolato si è trasformato in una trappola per i circa 250 000 civili esposti al fuoco incrociato dei combattenti, ai cecchini e agli ordigni esplosivi, senza possibilità di percorrere vie di fuga sicure per lasciare la città. La Svizzera esorta tutte le parti in conflitto a rispettare il diritto internazionale umanitario, in particolare i principi di distinzione, proporzionalità e precauzione relativi alla condotta delle ostilità, e a fare il possibile per proteggere la popolazione civile. La Svizzera le sollecita inoltre a garantire un accesso umanitario rapido e senza ostacoli a tutta la popolazione in stato di necessità.

Oltre all’offensiva militare in corso a Mossul e contro l’IS, crea grande inquietudine anche la situazione degli oltre tre milioni di sfollati che, nonostante gli sforzi delle organizzazioni umanitarie e delle autorità irachene, sono esposti a grandi pericoli, mancano di assistenza e sono obbligati a spostamenti multipli.

Per far fronte a queste nuove circostanze, la Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) ha deciso di sbloccare un milione di franchi supplementare per sostenere organizzazioni non governative attive nella protezione della popolazione civile e nell’approvvigionamento idrico in aree in cui l’assistenza è molto carente. Inoltre è pronta a inviare un esperto del Corpo svizzero di aiuto umanitario presso l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (ACNUR) per potenziare gli sforzi di protezione. Oltre a offrire assistenza umanitaria, la Svizzera continua a incoraggiare la diffusione del diritto internazionale umanitario – anche presso gli attori armati non statali – e gli sforzi di promozione del dialogo tra le varie comunità irachene.

Con queste misure più recenti, l’impegno della Svizzera per la crisi in Iraq è salito a oltre 40 milioni di franchi dal 2014, anno in cui è scoppiata la crisi.


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