Berna, Comunicato stampa, 11.08.2011

Nel quadro di un evento pubblico, la presidente della Confederazione Micheline Calmy-Rey, capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), e Navanethem Pillay, alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, hanno incontrato varie personalità impegnate nella lotta contro la violenza sulle donne a livello nazionale e internazionale e nella regione africana dei Grandi Laghi.

La discriminazione delle donne è un fatto storicamente ricorrente in campo politico, economico e sociale. Nonostante la situazione dei diritti della donna sia migliorata nel corso degli anni sia a livello internazionale sia in Svizzera, ancora oggi persistono molte ingiustizie soprattutto per quanto riguarda la violenza nei confronti delle donne, che resta troppo spesso impunita o viene comunque tollerata.

Rimangono ancora da realizzare progressi concreti, in particolare nelle zone di guerra o nei Paesi più deboli. L'adozione nel 2000 della risoluzione 1325 dell'ONU «Donne, pace e sicurezza» è sicuramente stata una tappa importante in materia di diritto delle donne in caso di conflitti armati. Tuttavia, le donne e i bambini sono ancora troppo spesso le vittime più colpite durante le guerre, siano esse in Bosnia o in Iraq, in Cecenia o in Colombia, in Darfur o nella regione dei Grandi Laghi.  Le violenze e le sevizie sessuali sono sempre usate in modo massiccio come armi da guerra che feriscono le popolazioni civili nel loro profondo. Esse sono molto diffuse anche nelle società caratterizzate da strutture giuridiche deboli che offrono un'impunità quasi assoluta agli autori dei crimini e stigmatizzano le vittime.

Le conseguenze fisiche e psicologiche di tali violenze impediscono spesso alle donne che ne sono vittime di partecipare allo sviluppo socioeconomico del loro ambiente. Rese fragili talvolta anche rifiutate dalla società, esse si ritrovano in una situazione di estrema povertà. Per la Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) è fondamentale aiutare le vittime a rimettersi in piedi, non solo perché sofferenze simili sono inaccettabili, ma anche perché questo tipo di violenza rappresenta un freno allo sviluppo.

Con la sua attività nella regione dei Grandi Laghi, la DSC ha permesso di offrire sostegno a quasi 6000 donne vittime di violenza. La DSC contribuisce inoltre in altre regioni del mondo a consolidare la pace e potenziare le strutture sanitarie, due pilastri fondamentali della lotta contro la violenza sulle donne.

L'impegno in favore di tale ingiustizia deve continuare. Il DFAE si adopera in tal senso sia in seno agli organismi internazionali sia sul campo, nelle regioni teatro di conflitti e nei contesti più deboli.


Informazioni supplementari:

Website DSC (agenda)
Risoluzione 1325 del Consiglio di sicurezza dell'ONU su Donne, pace e sicurezza
Donne, pace e sicurezza - piano d‘azione nazionale per l’attuazione della risoluzione del Consiglio di sicurezza ONU 1325
Convention on the Elimination of All Forms of Discrimination against Women (en)
Council of Europe Convention on the Protection of Children against Sexual Exploitation and Sexual Abuse CETS No.: 201 (en)


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Ultima modifica 19.07.2023

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