La presidente della Confederazione Micheline Calmy-Rey alla Conferenza regionale degli ambasciatori a Doha

Immediatamente dopo l’esplosione della «primavera araba» in Tunisia, Egitto e Libia, la Svizzera ha iniziato a prestare aiuto umanitario, ha bloccato presunti averi acquisiti illegalmente e detenuti in Svizzera e ha avviato in loco un sostegno mirato alla transizione. La democratizzazione e la stabilità in tutta la regione araba sono questioni di estremo interesse per la Svizzera. Alla luce degli attuali sviluppi essa intende quindi potenziare la sua collaborazione con i Paesi del Medio e Vicino Oriente.

Su tale sfondo, i partecipanti alla Conferenza regionale degli ambasciatori a Doha, capitale del Qatar, hanno discusso le future possibilità d’impegno della Svizzera nel Vicino Oriente e nei Paesi del Golfo. L’impegno comprende inoltre di continuare a sostenere le negoziazioni della soluzione nel conflitto israelo palestinese sulla base dell’Iniziativa di Ginevra e la riconciliazione palestinese. Grande preoccupazione suscita anche la situazione in Siria, Yemen e Bahrein. Le relazioni politiche ed economiche con i Paesi del Golfo dovranno invece essere estese, con un’attenzione particolare alla collaborazione nei settori dell’energia, della ricerca e della scienza.

«La Svizzera deve impiegare al meglio tutti i mezzi giuridici, politici ed economici a sua disposizione per sostenere il benessere e la democratizzazione in questa regione e aiutare a risolvere i conflitti», ha affermato la presidente della Confederazione Micheline Calmy-Rey a Doha, aggiungendo che «in tale quadro si inserisce anche il rientro il più possibile rapido e rispettoso dello Stato di diritto degli averi acquisiti illegalmente nei Paesi di provenienza». 

A margine della Conferenza regionale degli ambasciatori il capo del DFAE è stata ricevuta dal principe ereditario del Qatar per un colloquio.   

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