Berna, Comunicato stampa, 15.09.2010

Nel 2025, la penuria d’acqua interesserà la metà della popolazione mondiale. Aumento demografico, urbanizzazione sfrenata, migrazioni e cambiamenti climatici sono le sfide future che rendono l’oro blu uno dei problemi più pressanti del XXI secolo. La Svizzera, dal canto suo, può andare fiera della gestione idrica sul proprio territorio ed è attiva da decenni a livello internazionale. Tuttavia, alla luce della crescente complessità delle problematiche legate all’acqua, è urgente che il nostro Paese e le organizzazioni multilaterali cui appartiene rafforzino il loro impegno. Nell’ambito di un forum pubblico organizzato mercoledì 15 settembre a Berna, la Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) ha stilato un bilancio delle attività realizzate fino ad ora e lanciato un dibattito su nuove possibilità d’intervento.

Nel 2010, un miliardo di persone non ha accesso all’acqua potabile e 2,6 miliardi non dispone di strutture sanitarie di base. Questa situazione causa la morte di 5 000 bambini al giorno e determina una serie di effetti collaterali sulla società che alimentano il circolo vizioso della povertà. Migliorare l’accesso all’acqua significa accrescere il livello di vita, garantire una salute migliore, ridurre i rischi di conflitto, agevolare l’accesso all’educazione per le donne, aumentare i redditi e il tempo disponibile e rafforzare la sicurezza alimentare. 

«L’acqua svolge un ruolo cruciale nella lotta alla povertà», ha dichiarato il direttore della DSC Martin Dahinden in occasione del forum pubblico della Direzione dello sviluppo e della cooperazione, che riunisce rappresentanti del settore pubblico e privato, della ricerca e delle ONG svizzere, oltre a due esperti della Banca mondiale.  

Collaborazione proficua con le organizzazioni multilaterali 

In qualità di «Paese a monte», la Svizzera vanta un know-how riconosciuto e un’esperienza più che trentennale in materia di cooperazione nel settore idrico, ha ricordato Martin Dahinden. Tuttavia, ha sottolineato, l’impegno della Svizzera non è soltanto una questione di solidarietà ma anche di responsabilità. Pur essendo la riserva idrica d’Europa, in realtà il nostro Paese dipende in larga misura dall’acqua degli altri: l’80% della sua «impronta idrica», ovvero la quantità d'acqua necessaria per la produzione dei nostri beni e servizi, ha origine all'estero, in particolare in Paesi già colpiti dalla penuria. Per svolgere un'azione più efficace, la Svizzera predilige delle collaborazioni a diversi livelli. 

Tra il 2003 e il 2008, gli sforzi congiunti della DSC e della Segreteria di Stato dell’economia (SECO) hanno permesso a quasi 2 milioni di persone di avere accesso all’acqua potabile e alla depurazione delle acque luride e a circa 150 000 piccoli agricoltori di disporre di sistemi di irrigazione efficaci. Con la Banca mondiale, in cui occupa un posto permanente nel consiglio di amministrazione, la Svizzera ha sviluppato un solido partenariato. Negli ultimi dieci anni, questo organismo ha finanziato o migliorato l’accesso all’acqua potabile e alla depurazione delle acque luride per oltre 100 milioni di persone nei Paesi poveri. Grazie agli sforzi comuni, la Banca mondiale e la Svizzera sono riuscite a portare al centro dell’attenzione internazionale il tema della depurazione.  

Investimenti e proposte di soluzione per un’azione ancora più efficace  

Di fronte alla crescente complessità dei problemi e alla minaccia sempre più concreta di una crisi idrica mondiale, Julia Bucknall del dipartimento risorse idriche della Banca mondiale ha sottolineato nondimeno la necessità di incrementare gli investimenti: «su questo versante, i finanziatori bilaterali come la Svizzera e le organizzazioni multilaterali come la Banca mondiale sono chiamati a svolgere un ruolo vitale». Tale necessità è stata evidenziata anche da Martin Dahinden: «dobbiamo raddoppiare gli sforzi per reagire in tempo all'incombente crisi dell’acqua», ha dichiarato. 

Nell’ambito del forum pubblico della DSC sono intervenuti esperti che hanno apportato il loro punto di vista in merito ai problemi legati all'acqua: Wolfgang Kinzelbach, professore al Politecnico federale di Zurigo, Melchior Lengsfeld, direttore federale dell’ONG Helvetas, John Dupraz, vicepresidente dell’Unione svizzera dei contadini, Sébastien Humbert, consigliere scientifico di Switcher, e Christian Frutiger, direttore affari pubblici di Nestlé. In un dibattito teso a identificare gli investimenti dall’impatto realmente incisivo, gli specialisti presenti hanno tracciato possibili strategie per rinforzare gli interventi della Svizzera e delle organizzazioni multilaterali. La diffusione su vasta scala di innovazioni collaudate ed efficaci, la lotta contro la corruzione e la moltiplicazione delle collaborazioni su base bilaterale e multilaterale sono alcune delle soluzioni delineate per affrontare la sfida globale dell'acqua. 

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Ultima modifica 19.07.2023

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