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Comunicati stampa
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«Sono onorato di poter rappresentare la Svizzera in questo importante processo per la definizione di un quadro completo di obiettivi», spiega Michael Gerber, che nell’ottobre 2012 è stato nominato incaricato speciale con rango di ambasciatore dal Consiglio federale per l’elaborazione di una posizione svizzera e la rappresentanza nelle istituzioni internazionali. Gerber conserverà il titolo fino alla conclusione del processo internazionale, probabilmente nel 2015. Fino ad allora, lo attendono ancora numerosi viaggi a conferenze e consultazioni internazionali nelle quali saranno decise le modalità di passaggio dagli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (OSM) agli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (OSS).
Nuovo quadro di riferimento: una priorità per la Svizzera
«L’agenda per lo sviluppo post-OSM e la definizione di OSS rimarrà a lungo al centro della cooperazione internazionale nel periodo successivo al 2015», afferma Gerber. «La creazione di un nuovo quadro di riferimento globale avrà carattere universale e quindi vincolerà anche la Svizzera al conseguimento di obiettivi per lo sviluppo sostenibile.»
Per la Svizzera, la ricerca di soluzioni post-OSM rappresenta un tema importante. Sia a livello internazionale che nazionale è presente «un consenso sorprendentemente ampio circa la necessità di un quadro di riferimento prioritario e vincolante per lo sviluppo sostenibile che ci consenta di affrontare insieme le sfide globali», continua Gerber.
Nato nel 1971, Michael Gerber ha studiato filosofia politica, storia ed etnologia all’Università di Berna. Entrato nella DSC nel 2002, ha conseguito la certificazione post-diploma per i Paesi in via di sviluppo (NADEL) presso il Politecnico federale di Zurigo parallelamente all’attività professionale. Prima della nomina a incaricato speciale era stato direttore della sezione Analisi e politica della DSC.
Michael Gerber, in che cosa gli Obiettivi per uno Sviluppo Sostenibile (OSS) si differenzieranno dagli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (OSM)?
Gli Obiettivi per uno Sviluppo Sostenibile saranno basati sugli OSM, cioè sulle esperienze effettuate nel corso della loro attuazione e sui conseguenti insegnamenti. Al contempo, tuttavia, saranno conformi alla Dichiarazione di Rio 2012 (Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile, Rio+20) e forniranno una definizione più ampia di «sviluppo» rispetto agli OSM. Mentre questi ultimi si concentravano prevalentemente su problemi sociali come povertà, fame, salute e istruzione nei Paesi in via di sviluppo, i nuovi obiettivi dovranno tener conto in modo equilibrato delle tre dimensioni dello sviluppo sostenibile – economica, ambiente, sociale – ed essere applicabili in tutti i Paesi.
Quando nel 2015 scadrà il termine per gli OSM, non tutti gli obiettivi saranno stati raggiunti. I critici contestano il fatto che gli OSM saranno sostituiti da nuovi obiettivi, sebbene non siano stati realizzati. Che cosa risponde?
Questa critica sarebbe giustificata se effettivamente si dovesse giungere al punto in cui si perdono di vista gli obiettivi non raggiunti e le relative cause. Tuttavia ciò non dovrebbe verificarsi. A livello internazionale molti sono favorevoli a una continuazione o addirittura a un’intensificazione dell’impegno in settori e regioni in cui non è stato possibile realizzare singoli obiettivi. La Svizzera si adopera affinché entro la fine del 2015 si riesca a raggiungere il maggior numero di OSM nel più ampio numero di regioni possibile e il nuovo quadro di riferimento si concentri sugli ambiti in cui la realizzazione degli OSM non abbia prodotto i risultati sperati.
Perché questa «agenda post-2015» è importante per la Svizzera?
L’agenda per la creazione di un nuovo quadro di obiettivi globali sarà al centro della cooperazione internazionale in tutti i settori. Finora la Svizzera ha conformato la propria cooperazione internazionale agli OSM, impegnandosi costantemente anche a favore di obiettivi concreti di sostenibilità. Il nostro Paese si contraddistingue per i buoni rapporti e una cooperazione efficace con i Paesi in via di sviluppo. Nell’ambito di questo importante processo è in grado di costruire ponti tra i Paesi industrializzati, i Paesi emergenti e quelli in via di sviluppo. Una nuova agenda a carattere universale vincolerà anche la Svizzera a realizzare gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile.
Qual è il ruolo della Svizzera nella formulazione degli OSS?
Fin dall’inizio, la Svizzera si è impegnata a fondo riguardo all’agenda ONU per lo sviluppo post-2015 sostenendo, ad esempio, il processo di consultazione globale. In due consultazioni tematiche su undici (acqua e dinamica demografica) ha anche assunto un ruolo attivodi coordinamento. In seguito alla Conferenza di Rio 2012 si è adoperata per concretizzare gli OSS collaborando, ad esempio, nel gruppo di lavoro ONU aperto in cui condivide un seggio con Germania e Francia. A livello federale, alla DSC è stata assegnata, con decisione del Consiglio federale del 17 ottobre 2012, la responsabilità per il coordinamento del processo sul piano nazionale e la rappresentanza della Svizzera nei negoziati internazionali. Per l’elaborazione della posizione svizzera è stata impiegata una task force interdipartimentale che ha coinvolto tutte le cerchie interessate in Svizzera.