Secondo le stime dell’ONU, i conflitti armati tra il Governo sudanese, l’opposizione e vari gruppi etnici hanno portato allo sfollamento di oltre 3,1 milioni di cittadini sudanesi; 2,6 milioni di essi verso il Darfur e oltre 550 000 nei territori del Kordofan meridionale e occidentale e del Nilo Azzurro. Nei primi mesi del 2016, il numero di sfollati è tornato a crescere, in particolare nel Darfur, a causa di nuove situazioni d’emergenza.
La popolazione del Sudan dipende dall’aiuto umanitario a causa della guerra e anche a causa di un susseguirsi di eventi naturali sfavorevoli come siccità e inondazioni, che hanno determinato carenze nutrizionali e denutrizione.
Attraverso una raccolta di fondi la Svizzera riesce a intervenire rapidamente finanziando progetti di aiuto di emergenza. Parallelamente occorre investire nell’aiuto alla ricostruzione duratura nei luoghi in cui le fonti di sostentamento e le risorse sono state distrutte. In quest’ottica la DSC partecipa al programma di ricostruzione dell’agenzia di sviluppo dell’ONU nel Darfur (Darfur Livelihoods and Recovery Programme) del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (PNUS).
Una parte di questo programma è articolata sull’integrazione di piccoli agricoltori nella catena di valore. Le persone vengono incoraggiate a ricreare le proprie basi esistenziali sfruttando settori di mercato tradizionali come il miele, i fiori di ibisco, le arachidi, il pellame o le pellicce.