Sotto la guida diMichael Gerber, ambasciatore e incaricato speciale per lo sviluppo sostenibile globale, i partecipanti alla tavola rotondahanno tracciato un bilancio intermedio della posizione svizzera in merito all’agenda per lo sviluppo post-2015, ossia per il periodo successivo alla scadenza degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (OSM).
Caroline Morel, direttrice di SWISSAID, ha sottolineato l’importanza delle priorità e dei temi contenuti nella posizione svizzera, tra cui i diritti dell’uomo, il rispetto dei limiti naturali, l’universalità e la coerenza delle politiche, osservando tuttavia come il ruolo dell’economia privatanon sia ancora chiaro e comenon vengadedicato abbastanza spazio alle tematiche della sicurezza alimentare edel buongoverno.
Anche Hans Hurni, professore di geografia e presidente del Centro per lo sviluppo e l’ambiente dell’Università di Berna, ha deplorato l’assenza della sicurezza alimentare tra le priorità della posizione svizzera in merito agli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (OSS). Hurniha sottolineatol’importanza globale della tematica della sicurezza alimentare, considerato che quasiun miliardo di persone intutto il mondosoffre periodicamente o cronicamente la fame.
Definire il ruolo del settore privato
Durante la tavola rotonda è stata approfondita la discussione sul ruolo del settore privato. Michael Gerber si è dichiarato favorevole a utilizzare, ai fini dello sviluppo, risorse finanziarie e conoscenze provenienti dal settore privato, da fondazioni e da donatori filantropici, come indicato nella «Posizione della Svizzera su un quadro di riferimento per lo sviluppo sostenibile post-2015». Gerber ha anche sottolineato come, a tale scopo, debbano essere esaminate le possibili soluzioni per mobilitare investimenti diretti esteri, trasferimenti di denaro da parte dei migranti o nuovi strumenti finanziari.
Per Christian Frutiger, responsabile degli affari pubblici globali presso Nestlé, è importante garantire uno sviluppo sostenibile nell’agricoltura definendo apposite regole e attuandole in loco, ad esempio nell’ambito della produzione del cacao, per evitare fenomenicome il lavoro minorile. Frutiger ha inoltre sottolineatol’importanza di promuovere il dialogo tra lo Stato, la comunità scientifica, la società dei saperi e la società civile. Caroline Morel ha infine sostenuto la necessità di promuovere il settore privato in loco e di sviluppare possibilità di finanziamento innovative per l’attuazione di un nuovo quadro di riferimento.
Post-2015: priorità allo sviluppo sostenibile, ma la riduzione della povertà rimane un tema importante
Dopo il 2015, gli OSMsaranno sostituiti dagli OSS. L’obiettivo è di garantire uncambiamento paradigmatico che ponga ulteriormente l’accento sullo sviluppo sostenibile sia nel Nord che nel Sud del mondo. Come spiegato da Michael Gerber, le risorse dovrebbero essere garantite anche per le prossime generazioni.«La riduzione della povertà rimane tuttavia un obiettivo importante per il periodo successivo al 2015 e va quindi considerata un tema centrale del nuovo quadro di riferimento globale», ha aggiunto Gerber.
Nell’ambito della formulazione degli OSS, la Svizzera focalizza l’attenzione sugli aspetti seguenti:
- sviluppo sostenibile;
- eliminazione della povertà estrema;
- considerazione dei diritti dell’uomo, della pace e della sicurezza;
- considerazione dei limiti del pianeta.
La Svizzera si impegna affinché siano ripresi nell’agenda OSS 14 temi chiave, tra cui:
- sicurezza alimentare;
- sicurezza idrica;
- approvvigionamento energetico;
- uguaglianza tra i sessi;
- crescita sostenibile, occupazione e lavoro dignitoso per tutti;
- formazione;
- consumo e produzione sostenibili;
- migrazione e sviluppo;
- riduzione dei rischi di catastrofe.
Al momento attuale la Svizzera è particolarmente impegnata in quattro ambiti, per i quali ha già definito obiettivi specifici:
- acqua;
- salute;
- uguaglianza tra i sessi;
- pace e sicurezza.
Tutti gli obiettivi proposti sono tridimensionali, ossia tengono conto contemporaneamente degli aspetti ambientali, economici e sociali.
Come ha sottolineato Michael Gerber, in una prossima fase sarànecessario continuare a elaborare la posizione svizzera e affrontare in maniera più concreta temi come il finanziamento, i flussi di capitali, la coerenza delle politiche o le sinergie tra gli obiettivi specifici. Entro l’estate del 2014, la task force interdipartimentale post-2015 svilupperà ulteriormente la posizione svizzera consultando costantemente l’opinione pubblica e, nell’autunno dello stesso anno, è prevista l’adozione, da parte del Consiglio federale, di un mandato negoziale per le trattative che saranno avviate a fine 2014 nel quadro dell’Assemblea generale dell’ONU.
La Svizzera e l’agenda post-2015
La Svizzera collabora agli OSS nel quadro dell’ONU. Il Consiglio federale ha fissato le priorità della propria politica nella «posizione della Svizzera su un quadro di riferimento per lo sviluppo sostenibile post-2015». Per la gestione delle sfide globali, la Svizzera considera fondamentali quattro principi:
- diritti dell’uomo;
- rispetto dei limiti planetari;
- inclusione e giustizia sociale;
- universalità;
- coerenza delle politiche.
A livello internazionale, l’elaborazione degli OSS è stata decisa in occasione della Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile Rio+20 nel giugno del 2012.