La Conferenza dell’OSCE sull’antisemitismo giunge in un momento in cui si registra un forte aumento del numero di episodi antisemiti, sia in Svizzera che nella maggior parte degli altri Stati dell’OSCE. A Malta le discussioni sono quindi state incentrate sulle possibili misure da adottare per combattere in modo più sistematico questo fenomeno. «Ormai da tempo, le semplici dichiarazioni contro l’antisemitismo non bastano più. Non saremo giudicati dalle nostre parole, ma dalle misure concrete che avremo adottato», ha affermato l’ambasciatore Simon Geissbühler, capo della Divisione Pace e diritti umani (DPDU) del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), che era a capo della delegazione svizzera alla Conferenza sull’antisemitismo. A Malta, Simon Geissbühler ha illustrato le misure contro l’antisemitismo adottate negli ultimi mesi a livello federale, cantonale e comunale. Tra queste figurano il miglioramento della sicurezza delle istituzioni ebraiche, la prevista elaborazione di una strategia nazionale contro l’antisemitismo e il razzismo, nuovi approcci per i progetti formativi come pure i lavori in corso per la realizzazione di un memoriale per le vittime del nazionalsocialismo a Berna, a cui partecipano il DFAE, la Città di Berna e la società civile.
Gli Stati partecipanti alla Conferenza sull’antisemitismo hanno convenuto di migliorare il coordinamento delle misure contro l’antisemitismo nell’area OSCE e di rafforzare la cooperazione e lo scambio di conoscenze in questo ambito. Altri obiettivi sono il contenimento dell’antisemitismo sui social media e la promozione del dialogo interreligioso e interculturale.
La Conferenza sull’antisemitismo affonda le sue radici nella Dichiarazione di Berlino del 29 aprile 2004, in cui gli Stati partecipanti dell’OSCE hanno condannato tutte le manifestazioni di antisemitismo e tutti gli atti di violenza antisemita e hanno convenuto di adottare misure volte a combattere l’antisemitismo.
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