La Svizzera invita al rispetto delle popolazioni della città di Kobané


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Berna, Comunicato stampa, 08.10.2014

La Svizzera è estremamente preoccupata per l'offensiva attuale delle truppe dell'organizzazione estremista nota con il nome di Stato islamico (ISIS) contro la città di Kobané, nel nord della Siria. Chiede alle parti in conflitto di rispettare i diritti della popolazione civile. Kobané è da varie settimane teatro di scontri tra i membri dell'organizzazione dell'ISIS e dei combattenti curdi. Questi combattimenti hanno già causato una fuga massiccia di civili, in particolare verso la Turchia, e numerose vittime.

La Svizzera condanna fermamente le gravi violazioni del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani da parte dei membri dell'ISIS. I soprusi commessi nei confronti della popolazione civile sono inaccettabili. La Svizzera ricorda che gli attacchi generalizzati o sistematici contro la popolazione civile possono essere costitutivi di crimini contro l'umanità.

La Svizzera condanna anche l'uso di trattamenti crudeli, inumani e degradanti, di cui sono vittime soprattutto le donne. Tutte le parti in conflitto devono rispettare il diritto internazionale umanitario e proteggere i civili.

La situazione umanitaria in Siria e in Iraq è drammatica. La Svizzera è intervenuta rapidamente, offrendo assistenza materiale alle vittime.

Budget dell'aiuto umanitario della Confederazione:

• crisi siriana: da marzo 2011, 105 milioni di franchi, di cui oltre la metà versati per l'assistenza in Siria;
• crisi in Iraq: dal 2013, 14 milioni di franchi, di cui 3,7 milioni nel giugno 2014 più 50 tonnellate di materiale di assistenza umanitaria per l'inverno a fine settembre;
• otto esperti del Corpo svizzero di aiuto umanitario distaccati nella regione per sostenere le agenzie dell'ONU (di cui tre in Iraq e due in Siria, due in Libano e uno in Turchia).

La Svizzera continuerà, nel limite delle sue possibilità, a fornire un sostegno umanitario alle popolazioni delle regioni interessate. Tenuto conto del moltiplicarsi delle crisi umanitarie registrate nel 2014 (Siria, Iraq, Sudan del Sud, Repubblica centrafricana, crisi a cui si deve aggiungere l'epidemia di ebola, la guerra a Gaza e il conflitto in Ucraina), il DFAE valuta attualmente le esigenze.


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