Il Consiglio federale raccomanda l’accettazione della legge federale sulla cooperazione con l’Europa dell’Est

News locali, 26.09.2006

Il Consiglio federale ha raccomandato martedì a Flims l’accettazione della legge federale sulla cooperazione con gli Stati dell’Est europeo. Tale cooperazione costituisce un importante strumento per la difesa degli interessi svizzeri in Europa e non graverà ulteriormente sui contribuenti svizzeri. La votazione popolare avrà luogo il 26 novembre 2006. Il Consiglio federale è stato rappresentato dai consiglieri federali Micheline Calmy-Rey, Doris Leuthard e Hans-Rudolf Merz.

Case in Lettonia
L’efficacia della politica di difesa degli interessi svizzeri in Europa dipende anche dall’immagine di partner affidabile del nostro Paese, e dalla sua disponibilità a condividere gli oneri legati al processo di trasformazione in atto nell’Europa dell’Est. © SECO (Stefan Salzmann)

Le Camere federali hanno adottato a grande maggioranza la legge sulla cooperazione con l’Europa dell’Est nel marzo di quest’anno. Questa legge, la cui validità è limitata a dieci anni, rinnova la base legale dell’aiuto fornito dalla Svizzera agli ex Paesi comunisti dell’Europa orientale. Essa costituisce inoltre un fondamento giuridico per un contributo a favore dei dieci nuovi Stati membri dell’UE in vista di ridurre le disparità economiche e sociali nell’Europa dei 25 (contributo all’allargamento).

La consigliera federale Micheline Calmy-Rey ha sottolineato l’importanza di questa legge per la politica europea: il contributo solidale della Svizzera agli sforzi intrapresi nell’Europa dell’Est rappresenta un investimento in vista del successo della via bilaterale e il presupposto per un’efficace politica di difesa dei nostri interessi rispetto all’UE.

La consigliera federale ha ricordato inoltre che la votazione non concerne soltanto il contributo all’allargamento, ma anche il proseguimento della cooperazione con l’Est fornita dalla Svizzera dalla caduta del muro di Berlino. La qualità di questo aiuto è apprezzata a livello internazionale e consente di rafforzare la buona immagine del nostro Paese all’estero. Creando nuove opportunità negli Stati beneficiari, la Svizzera contribuisce a ridurre i rischi in materia di politica di sicurezza, quali l’immigrazione illegale e i problemi ambientali.

Nessuna imposta supplementare

Il capo del Dipartimento federale dell’economia, Doris Leuthard, ha sottolineato che la cooperazione con l’Est europeo offre anche delle opportunità alle imprese svizzere in termini di posti di lavoro. Grazie a questo sostegno si consoliderebbero gli scambi con interessanti partner commerciali con i quali la Svizzera realizza già eccedenze di esportazioni dell’ordine di miliardi di franchi.

La consigliera federale Doris Leuthard ha inoltre spiegato quali sarebbero le conseguenze della mancata approvazione: un eventuale “no” nuocerebbe all’immagine della Svizzera e ai suoi interessi economici. I lavori svizzeri di ricostruzione nell’Europa dell’Est risulterebbero compromessi. Un eventuale deterioramento delle relazioni con l'UE provocherebbe in poco tempo conseguenze dannose, visto l’elevato grado di interrelazione economica della Svizzera con l'Europa.

Il ministro delle finanze Hans-Rudolf Merz ha illustrato il finanziamento del contributo all’allargamento. Di fondamentale importanza è il fatto che esso non comporta oneri supplementari per i contribuenti svizzeri e nemmeno nuovi debiti per la Confederazione. L’aiuto allo sviluppo nei Paesi più poveri in Africa, Asia e America latina non sarà toccato dalle necessarie decurtazioni.