La guerra in Ucraina e la conseguente fuga di oltre quattro milioni di persone, perlopiù donne e bambini, verso lo spazio Schengen è stato l'argomento principale dell'incontro. Entrambe le ministre si sono mostrate soddisfatte della rapidità con cui è stato possibile mettere in piedi soluzioni europee e fornire aiuti e sostegno. La Consigliera federale ritiene indispensabile coordinarsi su scala europea anche per registrare e trasferire i profughi. Ha ricordato che la solidarietà impone pure un certo rigore: i profughi vanno registrati correttamente per poter sapere anche in futuro chi è giunto nei nostri Paesi.
Dall'inizio della guerra a fine febbraio, la Svizzera ha già accolto oltre 25 000 profughi ucraini, che ricevono una protezione rapida a titolo collettivo, senza dover percorrere una procedura d'asilo ordinaria. Lo statuto di protezione S conferito dalla Svizzera corrisponde in ampia misura alla soluzione adottata dagli Stati dell'UE. La Svizzera ha inoltre innalzato a 80 milioni di franchi gli aiuti umanitari destinati all'Ucraina e alla regione, ed è disposta a sostenere gli Stati confinanti con l'Ucraina più colpiti. La settimana scorsa il nostro Paese si era anche offerto di accogliere un contingente di 500 profughi ucraini che attualmente si trovano in Moldavia.
Le ministre hanno poi discusso il patto europeo sulla migrazione e l'asilo. In merito la consigliera federale Keller-Sutter ha sottolineato che la Svizzera e la Germania sostengono la proposta della presidenza francese di procedere per gradi con le riforme. Ha affermato che anche e soprattutto nella situazione attuale la protezione efficace della frontiera esterna Schengen è prioritaria, che il fenomeno della migrazione secondaria va contrastato e che occorre una politica comune per rimpatriare i migranti ai quali non è accordata protezione.
Firmato l'accordo di polizia riveduto
Durante l'incontro, le due ministre hanno firmato l'accordo di polizia riveduto tra Svizzera e Germania, che disciplina la cooperazione transfrontaliera, lo scambio bilaterale di informazioni e il coordinamento degli interventi operativi tra le autorità di polizia. L'accento è posto sulla lotta all'alta criminalità transnazionale. L'accordo riveduto intensifica ulteriormente la già stretta collaborazione di polizia: la frontiera comune pone sfide comuni, il che richiede regole ben definite, ad esempio per il traffico ferroviario transfrontaliero o l'esercizio di servizi comuni, ha spiegato la Consigliera federale.
L'accordo con la Germania fa parte della rete di accordi di polizia bilaterali con altri partner europei. Finora la Svizzera ha infatti concluso accordi bilaterali con 16 Paesi europei, tra cui l'Austria, la Francia, l'Italia, il Principato del Liechtenstein e il Regno Unito, ma anche alcuni Stati dell'Europa orientale e sudorientale.
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