Dal 2011 il nostro Paese partecipava a pieno titolo ai programmi in materia di educazione, formazione professionale e gioventù dell'Unione europea. In seguito ai risultati dell'iniziativa popolare contro l'immigrazione di massa del 9 febbraio 2014 la Commissione europea ha sospeso i negoziati con la Svizzera per la partecipazione al programma Erasmus+.
Il Consiglio federale continua ad auspicare la piena associazione del nostro Paese a questo programma. Tuttavia, date le circostanze attuali, non si prevede una rapida conclusione dei negoziati. Oggi, quindi, il Consiglio federale ha deciso di mettere a punto una strategia alternativa per affrontare la situazione con tempestività.
Per il proseguimento della soluzione transitoria negli anni 2015 e 2016 si applicheranno gli stessi princìpi del 2014:
- i costi saranno coperti con i contributi di programma destinati alla Commissione europea inizialmente previsti per la partecipazione a Erasmus+ come Paese associato per il 2015 (23,9 mio. CHF) e per il 2016 (25,1 mio. CHF);
- l'ambito di intervento prioritario resterà la mobilità, che assorbirà fino al 90% dei fondi disponibili e che include anche i costi per gli studenti stranieri che si trovano in Svizzera per un soggiorno di studio temporaneo;
- i fondi per i progetti di riforma e di partenariato saranno mantenuti. I progetti da finanziare dovranno essere conformi agli obiettivi di formazione concordati dalla Confederazione e dai Cantoni.
Pur non offrendo le stesse condizioni di partecipazione previste in caso di piena adesione, la soluzione transitoria garantisce ai partecipanti svizzeri al programma Erasmus+ una certa continuità e un certo margine di sicurezza per pianificare le attività dei prossimi anni.
Infine, si creano le condizioni per attenuare il calo degli scambi riscontrato nel 2014.
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Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione,
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