Comunicato stampa, 11.09.2020

La Svizzera è candidata a un seggio come membro non permanente nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per il periodo 2023/2024. Nella seduta dell’11 settembre 2020, il Consiglio federale ha preso atto di un rapporto che illustra le modalità di coinvolgimento del Parlamento nel caso di un’eventuale partecipazione della Svizzera al Consiglio di sicurezza, tenendo conto della ripartizione delle competenze sancita dalla Costituzione e della capacità di agire dell’Esecutivo a livello di politica estera. Con questo rapporto il Consiglio federale adempie a un postulato della Commissione della politica estera del Consiglio degli Stati.

Detenere un seggio con credibilità nel Consiglio di sicurezza dell’ONU pone elevati requisiti agli Stati membri designati. I preparativi per il seggio della Svizzera previsto nel 2023/2024 sono in corso e rappresentano un importante obiettivo della legislatura e della strategia di politica estera 2020-2023. Il Consiglio federale si compiace dell’interesse del Parlamento per questo importante progetto. Nell’ambito della ripartizione delle competenze per gli affari di politica estera è pronto a garantire il coinvolgimento del Parlamento anche durante l’auspicato seggio della Svizzera nel Consiglio di sicurezza.

Il Consiglio federale propone informazioni regolari
Nel suo rapporto, il Consiglio federale propone, tra gli altri punti, che il Parlamento sia regolarmente informato - oralmente o per iscritto - in merito ai recenti e agli imminenti affari trattati in seno al Consiglio di sicurezza durante il mandato biennale attraverso le Commissioni di politica estera (CPE),. Inoltre, in vista della partecipazione della Svizzera, le CPE potranno essere informate sulle posizioni di fondo relative a importanti dossier all’interno del Consiglio di sicurezza ed essere consultate sulle priorità della Svizzera in seno a tale organo. Infine, le presidenze delle CPE potranno essere consultate rapidamente quando circostanze chiaramente definite, importanti e urgenti lo richiedono (creazione di un nuovo regime di sanzioni e autorizzazione di misure di esecuzione militare). Il Consiglio federale è inoltre aperto a misure supplementari di competenza del Parlamento (viaggi informativi a New York, invio di un membro dei Servizi del Parlamento). È essenziale preservare la capacità d’azione della Svizzera in materia di politica estera, che dovrà essere garantita in ogni momento durante il mandato nel Consiglio di sicurezza.

Le misure sono attuabili con le basi giuridiche esistenti
Il Consiglio di sicurezza si occupa di un gran numero di questioni specifiche riguardanti paesi, regioni e temi rilevanti per la pace e la sicurezza mondiali. Molte attività del Consiglio possono essere pianificate, ma in alcuni casi il suo mandato richiede una reazione rapida. Nell’ambito delle opzioni proposte, il Consiglio federale potrà coinvolgere in maniera adeguata il Parlamento durante il periodo di partecipazione della Svizzera al Consiglio di sicurezza. Le misure proposte consentirebbero al Parlamento di esercitare pienamente la sua funzione e le sue responsabilità secondo l’attuale ripartizione delle competenze; esse possono essere attuate nel quadro delle basi giuridiche esistenti.

La candidatura per il Consiglio di Sicurezza è in corso da nove anni
La candidatura della Svizzera al Consiglio di sicurezza è stata approvata dal Consiglio federale nel 2011 al termine di un processo di consultazione con il Parlamento durato diversi anni. Da allora, l’Esecutivo e il Parlamento hanno più volte confermato la candidatura. Svizzera e Malta sono tuttora gli unici due Paesi che hanno presentato la loro candidatura per uno dei due seggi riservati al gruppo degli Stati dell'Europa occidentale e altri per il periodo 2023-2024. Le elezioni si svolgeranno nel giugno 2022.


Rapport «Siège de la Suisse au Conseil de sécurité de l’ONU. Implication du Parlement» (FR)(pdf, 289kb)


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Ultima modifica 19.07.2023

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