La Svizzera ottiene la restituzione del pagamento compensativo alla Libia

Negli ultimi mesi, il Dipartimento federale degli affari esteri DFAE ha lavorato in stretto contatto con il Ministero degli esteri tedesco per ottenere tale restituzione. La presidente della Confederazione Micheline Calmy-Rey e il ministro degli esteri tedesco Guido Westerwelle hanno trattato questa questione anche nel corso del loro ultimo incontro in Svizzera. Gli sforzi sono stati ben ripagati: grazie all'ottima collaborazione tra il DFAE e il Ministero degli esteri a Berlino, la Svizzera ha ora ottenuto la restituzione del pagamento che aveva dovuto corrispondere nel 2010 alla Libia per motivi compensativi.  

La Libia aveva sporto denuncia presso un tribunale di Ginevra per la pubblicazione illegale di foto della polizia che ritraevano Hannibal Gheddafi. In seguito, la Svizzera si era impegnata a effettuare un pagamento di compensazione per le spese processuali e di assistenza legale, nel caso in cui le autorità ginevrine competenti non fossero riuscite né a trovare né a punire il colpevole. Tale accordo rappresentava una condizione per la liberazione, avvenuta nel giugno 2010, del cittadino svizzero Max Göldi, detenuto in Libia. Prima della liberazione, la somma di 1,5 milioni di franchi era stata versata su un conto bloccato in Germania. Dal 6 giugno 2011 tale somma è di nuovo depositata su un conto della Confederazione.

Dallo scoppio della crisi e degli scontri violenti nel febbraio del 2011, la Svizzera ha contribuito ad alleviare l'emergenza umanitaria in Libia. L'Aiuto umanitario della Confederazione si concentra soprattutto sulle minoranze oppresse e sui gruppi di popolazione che necessitano di particolare protezione. Per questo motivo, da qualche settimana l'Aiuto umanitario ha aperto un ufficio a Bengasi. Per l'aiuto umanitario a favore della popolazione civile libica la Svizzera ha finora messo a disposizione più di 3 milioni di franchi.

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