Berna, Comunicato stampa, 11.05.2011

La Svizzera ha annunciato il blocco, per un valore di 410 milioni di franchi svizzeri, di averi appartenenti a personaggi egiziani dell’entourage del dimissionario presidente Mubarak. Qualora risultasse che i fondi bloccati sono di origine illecita, il governo svizzero intende restituirli rapidamente all’Egitto nel quadro dell’assistenza giudiziaria internazionale. Il 10 e l’11 maggio 2011 un gruppo di esperti svizzeri si è recato in visita al Cairo per aiutare le autorità egiziane a preparare le rogatorie.

L’11 febbraio 2011, alla notizia delle dimissioni del presidente Mubarak, il governo svizzero ha immediatamente deciso di disporre il blocco degli eventuali averi depositati in Svizzera da diversi personaggi egiziani appartenenti al decaduto regime di Mubarak. L’ordinanza che impone il blocco degli averi è stata adottata in tempi stretti onde evitare che i fondi in questione potessero essere ritirati e occultati prima che le autorità egiziane avessero il tempo di promuovere i necessari procedimenti penali.

Grazie all’efficace sistema di controllo di cui dispongono, le banche svizzere hanno identificato e bloccato in brevissimo tempo gli averi delle persone considerate. Gli averi bloccati ammontano complessivamente a 410 milioni di franchi. La misura non costituisce una confisca bensì un blocco di averi, che non ne avvalora l’origine lecita o illecita: toccherà ora alle autorità giudiziarie egiziane stabilire nell’ambito di procedimenti penali se questi averi sono stati acquisiti illegalmente.

La Svizzera desidera restituire rapidamente all’Egitto tutti gli averi bloccati di cui le autorità egiziane avranno dimostrato l’origine illecita ed è disposta a collaborare con le autorità egiziane nel quadro dell’assistenza giudiziaria internazionale. In quest’ottica, la delegazione di esperti svizzeri del 10 e 11 maggio 2011 ha permesso di discutere degli aspetti tecnici della cooperazione giudiziaria tra i due stati. Le discussioni si sono effettuate in un’atmosfera molto cooperativa e costruttiva ed è stato deciso di proseguirle.

La Svizzera, che vanta una tradizione di lunga data nella lotta per il recupero dei beni di origine illecita e da anni si impegna nella lotta contro la corruzione, ha predisposto un quadro legislativo assai completo per evitare che la sua piazza finanziaria serva da rifugio ad averi di origine illecita. Negli ultimi 15 anni il nostro Paese ha restituito 1,7 miliardi di franchi svizzeri alle popolazioni di Paesi afflitti da regimi corrotti, ossia un importo superiore a tutte le altre piazze finanziarie della stessa grandezza. 


Informazioni supplementari:

Fondi illeciti di capi di stato e di alti funzionari
Blocco di averi


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