Berna, Comunicato stampa, 15.11.2010

Cinquant’anni anni or sono, la Svizzera inaugurava la sua Missione presso la Comunità europea a Bruxelles. Oggi, in occasione di questo anniversario, la Consigliera federale Micheline Calmy-Rey, responsabile del Dipartimento federale degli affari esteri, ha parlato di fronte a circa 350 invitati tracciando un bilancio positivo delle relazioni tra la Svizzera e l’UE e gettando uno sguardo al futuro.

Il bilancio tracciato dalla Consigliera federale Micheline Calmy-Rey in occasione del cinquantesimo anniversario della Missione svizzera presso l’UE è sostanzialmente positivo. La “via bilaterale” in materia di politica europea si è fatta più difficoltosa, ma ha fornito buoni risultati per entrambe le parti. 

Se i riscontri nel quadro della cooperazione nei settori dell’economia, della sicurezza e dello sviluppo sostenibile sono eccellenti, quelli legati alla sovranità sono in chiaroscuro. “Una grande sfida del nostro futuro partenariato bilaterale sarà quella di garantire le condizioni per una cooperazione economica efficace e al contempo una sufficiente autonomia alla Svizzera, che non appartiene all’UE”, ha concluso la ministra. 

50 anni di politica di difesa degli interessi 

La questione delle relazioni con la Comunità economica europea (CEE), fondata nel 1957, si pose sin dalla nascita dell’Associazione europea di libero scambio (AELS) nel 1959. Gli Stati fondatori dell’AELS decisero di nominare rappresentanti ufficiali presso la CEE. Nel settembre 1959, il Consiglio federale accreditò un rappresentante ufficiale della Svizzera presso la CEE e aprì un ufficio a Bruxelles, operativo nel 1960. In seguito, questo ufficio diventò la Missione svizzera presso l’UE.

I compiti della Missione sono oggi fondamentalmente gli stessi di cinquant’anni or sono – seguire gli sviluppi dell’UE, allacciare contatti, curare le relazioni e difendere gli interessi della Svizzera – ma l’importanza e la portata sono cambiate notevolmente. La Missione e i suoi collaboratori hanno vissuto in prima persona mezzo secolo di storia movimentata dell’UE e delle sue relazioni con la Svizzera. La conclusione dell’Accordo di libero scambio nel 1972, il no allo SEE nel 1992 e la successiva negoziazione di oltre venti accordi bilaterali e di numerosi altri accordi settoriali sono tappe importanti di questo viaggio lungo cinquant’anni. 

La politica europea del Consiglio federale funge da base per l’attività della Missione. In agosto, il governo ha deciso che i rapporti con l’UE dovranno continuare a poggiare su accordi bilaterali settoriali.   

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Ultima modifica 19.07.2023

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