Articolo, 07.05.2014

Il 4 marzo scorso, il 2030 Water Resources Group, organizzazione sostenuta dalla DSC, ha pubblicato un rapporto dettagliato che analizza le cause della penuria e dell’inquinamento idrici in Mongolia. Un comitato direttivo incaricato di individuare soluzioni a tali problematiche sarà fondato coinvolgendo tutti gli attori interessati. Un’opportunità per soffermarsi sulle riflessioni in corso in occasione dei dieci anni di presenza della cooperazione svizzera in Mongolia.

Workshop per la presentazione del rapporto di analisi del 2030 Water Resources Group (Ulan Bator, 17 aprile 2014).

Lo sviluppo economico eccezionale in atto in Mongolia sta mettendo alla prova la gestione idrica. Impegnato per lungo tempo ad affrontare le sfide legate alla transizione democratica, il Paese assiste con preoccupazione da ormai dieci anni alla pericolosa riduzione delle proprie risorse idriche.

La capitale Ulan Bator, che conta 1'232’300 abitanti, e il deserto del Gobi, dove hanno sede circa 200 imprese minerarie, sono le regioni più colpite dal problema. Oltre il 60 per cento della popolazione della capitale dispone di servizi igienici allacciati agli impianti di depurazione e ha accesso all’acqua corrente. Nel pieno dell'inverno, inoltre, l’acqua scarseggia. Nel Sud del Paese le attività minerarie e i cambiamenti climatici nel deserto del Gobi hanno prosciugato 680 fiumi e 760 laghi dal 2006. Questa situazione è motivo di tensione tra gli industriali e gli allevatori nomadi e mette a rischio l’equilibrio ecologico e la sicurezza alimentare della regione.

Accordo con le autorità della Mongolia
Per risolvere la situazione, in occasione del World Economic Forum di Davos del 2012 il presidente della Mongolia ha lanciato una richiesta di aiuto, sfociata nello stesso anno nella fondazione del 2030 Water Resources Group (2030 WRG). L’organizzazione ha subito ricevuto il sostegno della DSC il cui direttore, Martin Dahinden, è membro del comitato generale del Gruppo. Dopo i primi contatti, nel settembre 2013 un accordo sotto forma di «Memorandum of Understanding» ha reso ufficiale la collaborazione del 2030 WRG con il Governo della Mongolia.

Il 2030 Water Resources Group mira a fornire ai Paesi in cui interviene un’analisi dettagliata delle sfide in campo idrico (stato delle riserve, questioni urgenti e proiezioni fino al 2030) e a mettere in contatto tra loro gli attori del settore pubblico e di quello privato. Il Gruppo partecipa altresì all’elaborazione di una tabella di marcia per l’applicazione di una politica che garantisca la preservazione idrica a lungo termine. Come prima tappa del proprio intervento, il 4 marzo scorso l’organizzazione ha pubblicato un rapporto che analizza il problema della gestione idrica in Mongolia.

Proiezioni come base di discussione
«Questo rapporto di analisi è un documento essenziale», spiega Christoph Jakob, capo della sezione Asia del 2030 Water Resources Group, con sede a Ginevra, e collaboratore distaccato della DSC. «Il rapporto contiene dati e proiezioni future verosimili che serviranno da base per le discussioni volte a individuare soluzioni a questi problemi. Il rapporto indica ad esempio che il settore minerario sta sfruttando il 12,7 per cento delle risorse idriche del Paese e che è destinato a diventare il principale consumatore di acqua in futuro. Prevede inoltre che, in uno scenario di forte crescita, la capitale Ulan Bator possa esaurire le proprie risorse idriche entro sette anni. Questa situazione di penuria metterebbe a rischio le attività industriali. Il nostro obiettivo è di aiutare il settore pubblico e quello privato a trovare soluzioni di comune accordo». Christoph Jakob si è recato a Ulan Bator nel mese di aprile per organizzarvi alcuni workshop volti a presentare i risultati del rapporto di analisi del 2030 WRG a più di un centinaio di attori interessati.

Istituzione di un comitato direttivo
Al fine di garantire il monitoraggio dei lavori in loco, il 2030 WRG sta istituendo un comitato direttivo composto da 15 persone, il cui ruolo sarà di proporre soluzioni concrete al Governo della Mongolia sulla base delle analisi contenute nel rapporto. Il comitato sarà composto da membri di vari ministeri del Governo, di compagnie private e della società civile. In quest’ultima categoria figureranno in particolare associazioni di nomadi e organizzazioni impegnate nella protezione ambientale.

«L’interesse a un progetto comune è nato nel 2012 tra i vari attori del Paese e rappresenta un successo per il 2030 WRG», osserva Christoph Jakob. «Gli effetti di rilievo del nostro intervento saranno evidenti nei prossimi anni, quando la Mongolia metterà in atto alcune modifiche nelle politiche di gestione idrica e, ad esempio, le imprese minerarie applicheranno misure di trattamento dell’acqua che esse stesse avranno contribuito a elaborare».

Un piano d’azione su tre assi

Con l’accordo del Governo della Mongolia, il 2030 Water Resources Group ha deciso di concentrare le proprie attività su tre assi fondamentali che permettano al Paese di migliorare la gestione idrica:

1. individuare misure vantaggiose effettuando analisi idro-economiche, per esempio valutando la convenienza della costruzione di una condotta idrica rispetto ad altre soluzioni meno costose;

2. definire misure di incentivazione volte a promuovere l’uso sostenibile delle risorse idriche. In futuro il trattamento dell’acqua dovrà rientrare nelle attività delle imprese minerarie, che a loro volta ne trarranno beneficio;

3. promuovere la collaborazione tra i vari attori, fornendo agli attori pubblici e privati strumenti e know-how volti a garantire una corretta gestione idrica.

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Ultima modifica 19.07.2023

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