Articolo, 28.01.2014

In occasione della conferenza stampa annuale della DSC, il direttore Martin Dahinden traccia un bilancio dell’anno trascorso e evidenzia alcune delle sfide del nuovo anno. Secondo lui, l’espansione dei programmi globali sulla scia del nuovo Messaggio concernente la cooperazione internazionale 2013-2016 consente di reagire a sfide globali come la sicurezza alimentare e la migrazione. Anche la decisione di potenziare l’impegno della DSC negli Stati fragili si è dimostrata valida. Questi aspetti sono stati approfonditi nelle presentazioni del supplente del capo del Settore Settore Cooperazione Sud Willi Graf e del delegato per l’Aiuto umanitario Manuel Bessler.

Alla conferenza stampa annuale della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC), il direttore Martin Dahinden ha dato conto dell’anno trascorso e informato sulle priorità della Direzione per il 2014, sottolineando che, oltre che dalle crisi e catastrofi umanitarie in Siria, nella Repubblica Centrafricana e in Sudan del Sud, il 2013 è stato caratterizzato anche dai progressi significativi fatti in numerosi Paesi. È, per esempio, il caso della solida crescita economica registrata in Ghana e Mozambico, in Mongolia e nel Bhutan, mentre in numerosi Stati africani si fa strada una classe media che rivendica i propri diritti democratici. Inoltre, nonostante l’incremento demografico mondiale, la povertà sta perdendo terreno. «Il 2013 non è dunque stato solo l’anno delle crisi e dei conflitti, anzi, in molti Paesi è stato l’anno del decollo e della crescita», ha detto Dahinden. I Paesi possono migliorare soprattutto quando godono di una certa stabilità. Per questo, secondo il direttore, è stato giusto decidere di potenziare il coinvolgimento della DSC negli Stati fragili, anche se ciò comporta rischi maggiori.

Piano strategico
Con il nuovo Messaggio concernente la cooperazione internazionale per il periodo 2013-2016, la DSC dispone di un piano strategico in linea con le sfide e i nuovi sviluppi, ha aggiunto Dahinden. Ponendo un maggiore accento sui rischi globali, il nuovo messaggio tiene conto del fatto che molte delle sfide cruciali del nostro tempo, tra cui per esempio il mutamento climatico, la migrazione e le epidemie, travalicano le frontiere nazionali. Per adattarsi a tutte queste realtà interconnesse, la DSC può oggi contare su programmi globali nei settori dell’acqua, della sicurezza alimentare, della migrazione e della salute, a riprova dei buoni risultati dell’ampliamento della cooperazione globale, che, dopo la riorganizzazione durata dal 2008 al 2012, è diventata un pilastro della DSC.

Dahinden ha proseguito indicando che una priorità della DSC per l’anno in corso è la nuova agenda sulla povertà e la sostenibilità («Agenda post 2015»), che sostituirà gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, che scadono nel 2015. La riuscita dell’Agenda post 2015 è un interesse primario della Svizzera, che fa sentire il suo peso nel dibattito internazionale in materia ed è l’unico Paese ad avere un ruolo leader in due delle undici consultazioni dell’ONU: nel settore dell’acqua e in quello delle dinamiche demografiche. La DSC ha ricevuto il mandato di coordinare i lavori a livello nazionale. La task force interdipartimentale competente affinerà entro l’estate 2014 le posizioni svizzere. In autunno, il Consiglio federale stabilirà un mandato negoziale e a fine anno inizieranno le trattative nel quadro dell’Assemblea generale dell’ONU.

Maggiore efficienza e coerenzaDurante la conferenza stampa, il direttore della DSC Dahinden ha informato anche delle misure di riorganizzazione del DFAE che si ripercuotono anche sulla DSC. Secondo Dahinden, l’integrazione della diplomazia, dei servizi consolari e della cooperazione allo sviluppo in un’unica rappresentanza svizzera (anziché in due separate, come finora) aumenterà la coerenza della politica estera e l’efficacia della cooperazione internazionale, senza limitare l’autonomia della DSC. L’esempio del Mali, dove il DFAE è attivo al contempo nella cooperazione allo sviluppo, in ambito diplomatico e nel consolidamento della pace, dimostra che, per muoversi in modo coerente ed efficiente sul fronte della politica estera, è necessaria una più stretta collaborazione all’interno del Dipartimento e con altri attori esterni. Secondo Dahinden, grazie a queste misure più fondi saranno destinati ai progetti e ne saranno spesi di meno in amministrazione.

Straordinaria importanza dei piccoli agricoltori
Lo specialista di agraria Willi Graf si è concentrato nella sua presentazione sulla sicurezza alimentare e sulla lotta contro la povertà. L’ONU ha dichiarato il 2014 Anno internazionale dell’agricoltura familiare (family farming). Graf, supplente del capo del Settore di direzione Settore Cooperazione Sud, ha spiegato ai media che la DSC promuove l’agricoltura sostenibile in molti programmi nazionali con le piccole aziende e si schiera a favore dei piccoli agricoltori nel dialogo internazionale in materia, per esempio sulle questioni riguardanti il diritto alla terra. Citando gli esempi dal Burkina Faso e dalla Georgia, ha illustrato perché questo approccio è parimenti sensato in due Paesi così diversi. In entrambi i contesti, le fasce più povere della popolazione vivono in campagna. Nessuna altra forma di aiuto consente di migliorare nel breve periodo, e contemporaneamente, la loro situazione alimentare e il loro reddito. Il miglioramento dell’agricoltura catalizza inoltre lo sviluppo delle aree rurali, rendendo possibile in entrambi Paesi una decentralizzazione e una democratizzazione significative a livello politico. I buoni risultati ottenuti sono documentati dalla DSC in appositi rapporti sull’efficacia, da cui si evince, per esempio, che ogni franco investito dalla DSC nella ricerca agricola per i piccoli coltivatori ha reso possibile la produzione supplementare di alimenti per un valore di nove franchi.

I piccoli agricoltori sono un fattore importante nella produzione alimentare mondiale. Infatti, circa la metà degli alimenti sono prodotti da piccoli coltivatori, dei quali 500 milioni vivono in Paesi in via di sviluppo. La loro produzione è molto varia, mentre l’agricoltura industriale si limita a poche specie animali e derrate alimentari di base.

Tre Paesi con il massimo livello di crisi
Manuel Bessler, delegato del Consiglio federale per l’Aiuto umanitario, ha fornito informazioni sulle priorità in ambito umanitario portando a esempio l’impegno svizzero in Siria, nella Repubblica Centrafricana e nelle Filippine, Paesi che richiedono il massimo livello di coordinamento internazionale in situazioni di crisi.

Come dichiarato da Manuel Bessler, l’Aiuto umanitario prevede di stanziare 6,3 milioni di franchi per reagire alla crisi nella Repubblica Centrafricana. Questo contributo consentirà di finanziare gli interventi di soccorso dei partner multilaterali (CICR, WFP e ACNUR) e delle ONG nei settori prioritari della protezione dei civili e della salute. Riceverà supporto anche il Sudan del Sud, dove, dal dicembre 2013, imperversa una grave crisi politica e umanitaria. L’Aiuto umanitario ha promesso 5,5 milioni di franchi per il finanziamento delle attività dei suoi partner dell’ONU, del CICR e di varie ONG. Parallelamente alle misure di emergenza, l’Aiuto umanitario intende anche proseguire il suo intervento in atto nel Paese. Per le attività nei settori della sicurezza alimentare, della protezione, dei servizi di base come l’acqua, le reti idrico-fognarie e la salute, è stato stanziato un budget annuale di 10 milioni di franchi. Altri 30 milioni di franchi sono stati allocati per vari interventi nell’ambito della crisi siriana. In conclusione, l’Aiuto umanitario protrarrà il proprio intervento nelle Filippine fino a metà del 2014 per sostenere il Paese nella ricostruzione dopo il catastrofico tifone «Haiyan» del novembre 2013.

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Ultima modifica 19.07.2023

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