Articolo, 20.08.2012

Aiuti d’emergenza e sicurezza alimentare: priorità dell’aiuto svizzero

Un anno fa il Consiglio federale stanziava un credito speciale di 20 milioni CHF a favore della popolazione del Corno d’Africa nel bisogno. A quel momento una grave carestia affliggeva oltre 13 milioni di persone. A causa dell’estrema siccità, in Somalia, Etiopia e Kenya si stava verificando una delle peggiori crisi umanitarie dell’ultimo trentennio. L’Aiuto umanitario della Confederazione ha impiegato le risorse stanziate soprattutto per aiuti di sopravvivenza e a favore della sicurezza alimentare.

Campo di profughi in Somalia.

Un periodo di siccità eccezionalmente lungo nell’area orientale del Corno d’Africa, 20 anni di guerra in Somalia e il rincaro dei prezzi dei generi alimentari: l’accavallarsi di questi tre fattori ha scatenato una delle più devastanti crisi alimentari degli ultimi decenni. La siccità ha distrutto i raccolti e decimato i capi di bestiame. Il conflitto in Somalia ha generato movimenti di profughi e la conseguente insicurezza ha gravemente ostacolato l’arrivo degli aiuti internazionali nel Paese.

Aiuti urgenti e rafforzamento delle basi esistenziali
Per far fronte all’emergenza, il 17 agosto 2011 il Consiglio federale ha deciso di stanziare un credito speciale di 20milioni di franchi, grazie al quale i mezzi a disposizione dell’Aiuto umanitario per il Corno d’Africa sono saliti a 36,4 milioni di franchi. Contemporaneamente, la Catena svizzera della solidarietà ha raccolto circa 28 milioni di franchi da destinare alle organizzazioni non governative che prestano aiuto nella regione.

Il credito speciale è stato utilizzato nel modo seguente:

  • oltre la metà del credito è stata destinata a interventi d’aiuto in Somalia nel sud del Paese, duramente colpito dall’emergenza; con i mezzi a disposizione sono stati finanziati programmi intesi a garantire l’accesso a pasti, servizi sanitari, acqua, installazioni igieniche e alloggi;
  • circa il 30 per cento del credito speciale è andato a favore dei profughi e dei comuni d’accoglienza in Kenya, soprattutto al campo profughi di Dadaab, i cui ospiti a inizio 2011 hanno raggiunto il mezzo milione di persone;
  • il rimanente 17 per cento del credito è servito a finanziare progetti dell’Aiuto umanitario della Confederazione in Etiopia, destinati a calmare a breve scadenza la situazione di bisogno e a ridurre durevolmente i rischi; la Svizzera ha ad esempio finanziato progetti di Action Contre la Faim per la realizzazione di programmi volti a fornire alle comunità locali gli strumenti per fronteggiare le catastrofi ricorrenti e i mutamenti climatici.

Coordinamento degli aiuti umanitari
Il budget complessivo degli aiuti stanziati dalla Svizzera in favore del Corno d’Africa è in gran parte confluito a organizzazioni partner della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC), e segnatamente al Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR), alle organizzazioni di soccorso delle Nazioni Unite per l’infanzia e i rifugiati (UNICEF e ACNUR), all’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) e all’Ufficio per ilcoordinamento degli affari umanitari delle Nazioni Unite (UNOCHA). Inoltre, è servito a finanziare progetti di Medici senza frontiere (Svizzera) e dell’organizzazione Terre des Hommes di Losanna.

Il peggioramento della situazione sul fronte della sicurezza, subentrato nel corso del 2011, ha impedito o ritardato la realizzazione di alcuni progetti previsti nell’ambito degli interventi diretti. Il sequestro di collaboratori europei di un’organizzazione non governativa dal campo di Dadaab e di alcuni turisti sulla costa keniota ha esasperato ulteriormente la situazione. Oltretutto, il gruppo insurrezionalista islamico somalo Al-Shabaab ha bandito dal territorio da esso controllato 16 organizzazioni di soccorso internazionali. La DSC ha rafforzato il proprio dispositivo di sicurezza ed è stata costretta ad adeguare di volta in volta le proprie attività a questa situazione di precarietà e pericolo.

Le persone bisognose di aiuti sono ancora molte
Le precipitazioni sopravvenute e gli aiuti supplementari giunti a fine 2011 hanno gradualmente alleviato la situazione di carestia. Nel sud e nel centro della Somalia, tuttavia, 2,3 milioni di persone hanno ancora bisogno di aiuto. Anche in Kenya, nel campo profughi di Dadaab, ci sono ancora centinaia di migliaia di esseri umani che sopravvivono in condizioni difficili. Nel 2012 i bisogni umanitari rimangono dunque considerevoli e rendono ancora necessario un sostegno mirato.

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Ultima modifica 19.07.2023

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