Comunicato stampa, 09.11.2017

Nell’ambito dell’Esame periodico universale (EPU) della Svizzera, 111 Stati membri dell’ONU hanno presentato al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite varie raccomandazioni per il miglioramento della situazione in tale ambito. Queste si soffermano in particolare su temi quali la discriminazione, la parità tra donne e uomini e la migrazione. La Svizzera ha ora tre mesi per prendere posizione in merito.

La delegazione svizzera partecipa alle discussioni del Consiglio dei diritti umani dell’ONU.
La segretaria di Stato Pascale Baeriswyl al Consiglio dei diritti umani dell’ONU. © DFAE

Gran parte delle raccomandazioni concerne la trasformazione del Centro svizzero di competenza per i diritti umani (CSDU) in un’istituzione nazionale indipendente per i diritti umani. È stato raccomandato un maggiore impegno negli ambiti della discriminazione e del razzismo, della migrazione e dell’asilo, come pure della parità tra donne e uomini, dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere. Alcune raccomandazioni riguardano inoltre la conciliabilità tra iniziative popolari e diritto internazionale pubblico nonché l’economia e i diritti umani. Nelle prossime 48 ore la Svizzera dovrà indicare al Consiglio dei diritti umani a quali raccomandazioni darà seguito, quali intenderà respingere e quali lasciare in sospeso in un primo momento, in modo da poter consultare i servizi federali interessati e i Cantoni. Scaduto questo termine, la Svizzera avrà tre mesi di tempo per esprimersi definitivamente in merito alle raccomandazioni in sospeso.

Il terzo EPU per la Svizzera si è svolto sotto forma di un dialogo interattivo della durata di tre ore e mezza davanti al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite a Ginevra. La segretaria di Stato Pascale Baeriswyl, alla guida della delegazione svizzera, ha sottolineato che i diritti umani sono un elemento fondamentale del nostro sistema politico, del nostro ordinamento giuridico e della nostra tradizione. Per la Svizzera, l’EPU è più di un semplice esame: è l’occasione per tracciare un bilancio della situazione e contribuisce a rilanciare, sul piano nazionale, il dibattito sui diritti umani. Uno dei temi affrontati durante il dialogo interattivo è stata l’attuazione delle raccomandazioni che la Svizzera aveva accolto nel quadro del secondo esame del 2012.

L’attuazione delle raccomandazioni a livello nazionale compete alla Confederazione e ai Cantoni, conformemente alle loro competenze. Il rapporto relativo al terzo Esame è frutto della collaborazione tra il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) e il Dipartimento di giustizia e polizia (DFGP), con il coinvolgimento di tutti i servizi federali, dei Cantoni e delle organizzazioni non governative interessati.


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Ultima modifica 19.07.2023

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