Comunicato stampa, 07.03.2018

Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) chiede una cessazione rapida e effetiva delle ostilità ai sensi della risoluzione 2401 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

Tenuto conto della continua spirale di violenza in Siria e delle conseguenze umanitarie drammatiche nella Ghuta orientale, nella provincia di Idlib e ad Afrin, il DFAE chiede una cessazione rapida e concreta delle ostilità ai sensi della risoluzione 2401 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Se è vero che la sua adozione costituisce un segnale politico importante, è tuttavia necessario che le parole si traducano in fatti. Pertanto la Svizzera esorta tutte le parti coinvolte nel conflitto armato, come pure gli Stati che svolgono un ruolo nell’ambito delle ostilità in corso, a impegnarsi senza indugio e in modo credibile a mettere in atto questa risoluzione.

La popolazione civile ha un bisogno urgente di aiuti umanitari. È dunque indispensabile garantire un accesso umanitario immediato, continuo e senza ostacoli, in particolare nelle zone sotto assedio e difficili da raggiungere.

In occasione di un dibattito convocato d’urgenza il 2 marzo dal Consiglio dei diritti umani a Ginevra, la Svizzera ha espresso la propria forte preoccupazione in merito all’intensificarsi del conflitto armato e ha appoggiato la decisione che chiede alla Commissione d’inchiesta sulla Siria di concentrarsi soprattutto sugli sviluppi recenti nella Ghuta orientale. Nello scorso mese di febbraio, il DFAE si è rivolto a vari Paesi coinvolti perché preoccupato per le violazioni sistematiche del diritto internazionale umanitario commesse da tutte le parti in conflitto.

Il DFAE continua a sostenere il processo di pace portato avanti dall’inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria e numerosi altri sforzi condotti a livello locale e internazionale volti a documentare le violazioni del diritto internazionale, in modo da poter accertare i fatti e rendere giustizia alle vittime delle atrocità commesse nel Paese dal marzo del 2011. Al riguardo, la Svizzera ha appena aumentato il proprio sostegno finanziario al meccanismo internazionale, imparziale e indipendente delle Nazioni Unite (in inglese, abbreviato in «IIIM») incaricato di agevolare l’indagine e l’azione penale nei confronti dei crimini più gravi commessi in Siria in violazione del diritto internazionale; nel 2018, l’importo è di 775 000 CHF. Dall’inizio della crisi nel 2011, la Svizzera ha stanziato 315 milioni di CHF in Siria e nei Paesi limitrofi per contribuire ad alleviare le conseguenze umanitarie del conflitto sulla popolazione civile.


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Ultima modifica 19.07.2023

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