Comunicato stampa, 23.03.2018

Dopo quattro settimane di lavori si chiude oggi a Ginevra la 37a sessione del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, nel cui quadro la Svizzera ha presentato con successo tre risoluzioni che vertono sui legami tra i diritti dell’uomo e, rispettivamente, l’ambiente, le sostanze stupefacenti e la protezione del patrimonio culturale.

La Svizzera, sostenuta da alcuni Stati partner, è riuscita a far rinnovare il mandato del relatore speciale sui diritti umani e l’ambiente, creato nel 2012. Attraverso questo mandato, in cui si afferma che il pieno rispetto dei diritti umani, da un lato, e un ambiente sicuro, pulito, sano e sostenibile dall’altro vanno di pari passo, si vuole sottolineare quanto sia importante tener conto dei diritti umani al momento dell’elaborazione delle politiche ambientali.

La Svizzera e un gruppo di Stati partner hanno inoltre sottoposto una risoluzione che sottolinea l’importanza di rispettare, proteggere e promuovere i diritti umani nel contesto di un problema mondiale come quello delle droghe, in particolare quando vengono sviluppate e attuate strategie politiche in questo ambito.

Il Consiglio dei diritti umani ha infine approvato una risoluzione sulla protezione del patrimonio culturale presentata dalla Svizzera e un gruppo di Stati partner. Questa iniziativa mette in luce le conseguenze negative della distruzione del patrimonio culturale sul fronte dei diritti umani e invita tutti i Paesi a prevenire e a fermare la distruzione, il saccheggio e il traffico illecito di beni culturali.

Nel corso di questa sessione è stato adottato anche il rapporto relativo al terzo Esame periodico universale della Svizzera.

La Svizzera ha seguito attentamente i dibattiti e le decisioni sulla situazione dei diritti umani, in modo particolare in Paesi quali la Corea del Nord, il Myanmar, il Sudan del Sud e la Siria. Fedele al proprio tradizionale impegno per il rispetto, la promozione e l’attuazione dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario, la Svizzera ha fatto pressione affinché meccanismi d’inchiesta internazionali documentino le violazioni del diritto internazionale in modo che i responsabili possano un giorno essere perseguiti penalmente. In occasione di un dibattito urgente sulla situazione nella Ghuta orientale, la Svizzera ha espresso preoccupazione per l’inasprimento del conflitto armato in Siria e ha sostenuto la decisione con cui si chiedeva alla Commissione d’inchiesta sulla Siria di soffermarsi in modo più mirato sui recenti sviluppi in questa regione.


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