Comunicato stampa, 02.03.2017

I consiglieri federali Didier Burkhalter, capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), e Guy Parmelin, capo del Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS), hanno ricevuto in visita ufficiale Jens Stoltenberg, segretario generale dell’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord (NATO), nella Residenza del Lohn presso Berna. Prima dei colloqui Stoltenberg aveva incontrato la presidente della Confederazione Doris Leuthard. Al Lohn si è parlato di sicurezza in Europa, dello sviluppo di partenariati nel quadro della NATO e dell’impegno della Svizzera per la pace e la sicurezza. Al termine dei colloqui Stoltenberg ha visitato la Maison de la Paix a Ginevra.

Il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, tra i consiglieri federali Didier Burkhalter, capo del DFAE, e Guy Parmelin, capo del DDPS. © DFAE
Il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, tra i consiglieri federali Didier Burkhalter, capo del DFAE, e Guy Parmelin, capo del DDPS. ©

I colloqui tra i consiglieri federali Burkhalter e Parmelin e il segretario generale della NATO Stoltenberg hanno riguardato tematiche di attualità legate alla sicurezza in Europa. I due consiglieri federali hanno illustrato come la Svizzera contribuisce alla pace e alla sicurezza nell’ambito della sua politica estera e di sicurezza, mettendo in luce l’importanza della NATO per la stabilità nel contesto strategico in cui opera la Svizzera. Esempi concreti di questi contributi sono la promozione di un dialogo sulla sicurezza che includa tutti gli Stati e l’impegno della Svizzera nella crisi ucraina, nel Caucaso meridionale e nei Balcani occidentali. Entrambe le parti hanno anche ribadito la necessità di mantenere un dialogo costante con la Russia per rafforzare la sicurezza nel continente europeo. I due consiglieri federali hanno inoltre auspicato la ripresa dei colloqui sul controllo degli armamenti convenzionali in Europa quale misura chiave per instaurare un clima di fiducia.

A proposito del partenariato che unisce la Svizzera e la NATO da oltre vent’anni, entrambe le parti hanno tracciato un bilancio positivo. Per la Svizzera il Partenariato per la pace (PfP) non è soltanto una valida piattaforma di cooperazione in materia di politica di sicurezza, ma rappresenta anche uno spazio di dialogo, ad esempio tra la NATO e i Paesi dell’Europa occidentale non appartenenti a questa organizzazione, ossia Austria, Svezia, Finlandia e Irlanda. Dal canto suo, mediante la Maison de la Paix, di cui fanno parte i tre centri ginevrini per la politica estera, di sicurezza e di pace nonché il Centro di ricerca in materia di politica di sicurezza del Politecnico federale di Zurigo, la Svizzera contribuisce agli scambi in materia di politica di sicurezza. Un altro tema dei colloqui è stata la cooperazione con gli Stati partner nelle regioni immediatamente a Sud dell’Europa, in particolare per quanto concerne la riforma del settore della sicurezza, ambito in cui la Svizzera vanta competenze riconosciute.

All’ordine del giorno c’erano anche la sicurezza nel cyberspazio e la crescente minaccia rappresentata da determinati attori statali. Entrambe le parti hanno sottolineato l’importanza della cooperazione internazionale di fronte a tali minacce transnazionali. I due consiglieri federali hanno illustrato l’impegno della Svizzera a favore dell’introduzione di misure volte a consolidare la fiducia e di norme internazionali nel settore della cybersicurezza in seno a vari organismi come l’OSCE e l’ONU e hanno inoltre confermato la volontà della Svizzera di portare avanti gli scambi con la NATO riguardo alle questioni di sicurezza informatica. A tal proposito i consiglieri federali hanno comunicato al segretario generale della NATO l’intenzione della Svizzera di diventare Stato partner del Centro di cyberdifesa di Tallinn (Cooperative Cyber Defence Center of Excellence, CCD CoE), un istituto di ricerca internazionale che genera conoscenze e competenze nei settori della cyberdifesa e della cybersicurezza, oltre a condurre esercitazioni e progetti specifici (ad esempio sul tema dell’applicazione del diritto internazionale nel cyberspazio).

La NATO intrattiene relazioni di partenariato con oltre 40 Paesi e organizzazioni. In virtù della sua partecipazione, dal 1996, al Partenariato per la pace, la Svizzera ha un accesso istituzionale alla NATO, ai suoi membri e ad altri Stati partner. La collaborazione nel quadro del PfP è un caposaldo della sicurezza cooperativa e consente inoltre alla Svizzera di presentare richieste mirate in tale settore, ad esempio sul controllo democratico delle forze armate e sulla diffusione del diritto internazionale umanitario. Sono offerti corsi di formazione e gli Svizzeri possono partecipare a eventi di altri Paesi che aderiscono al PfP. Un ulteriore esempio di questa collaborazione è l’impiego delle truppe di pace Swisscoy nell’ambito della Nato Kosovo Force (KFOR) nei Balcani. La stabilità in questa regione riveste una grande importanza per la Svizzera. Il Consiglio federale ha proposto al Parlamento di prolungare fino al 2020 l’impiego nell’ambito della KFOR.

Dopo i colloqui di Berna, il segretario generale Stoltenberg si è recato a Ginevra per approfondire la discussione sull’impegno della Svizzera a favore della politica di pace e di sicurezza e sulla Ginevra internazionale. Presso il Centro ginevrino per la politica di sicurezza (GCSP), situato nella Maison de la Paix, Stoltenberg ha pronunciato un discorso e ha avuto poi un incontro con rappresentanti del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR).

Alla vigilia dei colloqui ufficiali nella Residenza del Lohn, il segretario generale aveva incontrato la presidente della Confederazione Doris Leuthard, discutendo di questioni legate alla sicurezza internazionale.


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