Comunicato stampa, 03.11.2017

La Svizzera prende atto del nuovo rapporto della commissione d’inchiesta congiunta dell’ONU e dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPAC), che ha esaminato la responsabilità per l’utilizzo di armi chimiche in due episodi nel contesto del conflitto siriano. La Svizzera condanna con estrema fermezza l’utilizzo di armi chimiche e invita tutte le parti in conflitto in Siria ad astenersi dal ricorso alle armi chimiche e a rispettare le norme del diritto internazionale umanitario.

La commissione d’inchiesta (OPCW-UN Joint Investigative Mechanism) ha esaminato due episodi in cui sono state utilizzate armi chimiche e, nel suo rapporto consegnato al Consiglio di sicurezza dell’ONU il 26 ottobre 2017 e pubblicato ieri, ne ha identificato i responsabili: segnatamente il gruppo «Stato islamico» per l’utilizzo di iprite a Umm Haush nel settembre 2016 e la Repubblica araba siriana per l’impiego di sarin a Khan Shaykhun nell’aprile 2017. L’esame soggiacente al rapporto è avvenuto con il sostegno tecnico della Svizzera.

La Svizzera condanna severamente l’utilizzo di armi chimiche in Siria, il cui impiego è vietato per tutte le parti in conflitto in ogni momento e in qualsiasi circostanza. Il diritto internazionale pubblico chiede a tutti gli Stati di chiamare a giudizio i responsabili.

La Svizzera ha nuovamente chiesto al Consiglio di sicurezza dell’ONU di deferire la situazione in Siria alla Corte penale internazionale, affinché possa analizzare penalmente queste e altre gravi violazioni del diritto internazionale umanitario perpetrate dalle parti in conflitto. Inoltre, esorta il Consiglio di sicurezza a verificare ulteriori misure per arginare il dilagante clima di impunità per crimini così gravi e a garantire la protezione della popolazione civile e di altre vittime del conflitto.

Le indagini volte ad accertare i fatti sono di fondamentale importanza per evitare nuove violazioni e che tali gravi crimini rimangano impuniti. La Svizzera spera che il Consiglio di sicurezza riesca a raggiungere un accordo sulla proroga del mandato della commissione d’inchiesta congiunta dell’OPAC e dell’ONU e ritiene che sia necessario compiere ulteriori verifiche alla luce di vari presunti episodi in cui potrebbero essere state utilizzate armi chimiche.

La Svizzera è decisa a portare avanti i propri sforzi umanitari in Siria e nei Paesi confinanti che hanno accolto la maggior parte dei profughi. Inoltre continuerà a offrire i propri buoni uffici e a sostenere l’inviato speciale dell’ONU per la Siria, contribuendo così alla ricerca di una pace duratura in Siria. La Svizzera è dell’avviso che questo conflitto possa essere risolto solo a livello politico.


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