Comunicato stampa, 10.10.2016

In occasione della Giornata mondiale contro la pena di morte, la Svizzera ribadisce il proprio impegno per l’abolizione universale della pena capitale che, nelle parole del consigliere federale Didier Burkhalter, non risolve i problemi, ma genera altre vittime, altra violenza e altra sofferenza.

Nella Giornata mondiale contro la pena di morte, la Svizzera ricorda che la pena capitale viola i diritti umani e svilisce la dignità umana. Benché non ne siano provati gli effetti deterrenti, negli ultimi tempi vari Stati e personalità pubbliche si sono espresse in diverse occasioni a favore della pena capitale come mezzo per contrastare la criminalità e il terrorismo. Questa svolta preoccupa la Svizzera, che rifiuta la pena di morte, ovunque nel mondo e a prescindere dalle circostanze, impegnandosi affinché si consolidi la tendenza internazionale degli ultimi anni: soltanto un quarto degli Stati applica effettivamente questo tipo di punizione. E solo nell’ultimo anno, altri tre Paesi (Guinea, Nauru, Repubblica del Congo) hanno abolito la pena capitale.

«La pena di morte non cura, anzi apre nuove ferite»

A metà settembre, davanti all’Assemblea generale dell’ONU a New York, il ministro degli esteri Didier Burkhalter ha invitato la comunità degli Stati a riconoscere i fatti e a non abbandonarsi all’illusione che la pena capitale offra una soluzione semplice a problemi complessi come la criminalità, l’estremismo violento o il terrorismo. Al contrario, la pena di morte produce nuove vittime, che siano persone condannate ingiustamente, figli o parenti di giustiziati, o personale penitenziario a contatto con la sofferenza dei condannati. Anziché promuovere dialogo e riconciliazione, le esecuzioni capitali possono istigare ad altra violenza e legittimarla.

Anche nella lotta al terrorismo non sono che un’arma spuntata, che fa il gioco dei terroristi, legittimando ulteriore violenza. Per la prevenzione dell’estremismo violento, la Svizzera punta sulla protezione dei diritti dell’uomo e del diritto internazionale umanitario, sullo Stato di diritto e la democrazia, sul dialogo tra le parti coinvolte e sulla promozione di prospettive economiche e politiche per gli individui e le comunità.

La pena di morte contraddice i valori fondamentali della Svizzera e la sua abolizione su scala mondiale entro il 2025 è una delle priorità della sua politica estera. È un impegno cui la Svizzera dà seguito nell’ambito del suo lavoro per la promozione dei diritti umani, della pace e della sicurezza.


Informazioni supplementari:

Impegno della Svizzera per l’abolizione della pena di morte
Discorso del consigliere federale Didier Burkhalter alla 71a sessione dell’Assemblea generale dell’ONU (The Death Penalty and Victims Event) (en)


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Ultima modifica 19.07.2023

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