Berna, Comunicato stampa, 21.01.2016

Al Forum economico mondiale (WEF) di Davos il consigliere federale Didier Burkhalter ha discusso con diversi interlocutori sulla situazione in Medio Oriente e sulle possibilità di mettere fine al conflitto in Siria. Didier Burkhalter ha sottolineato la necessità di chiarire attraverso il dialogo i possibili passi verso una soluzione pacifica e dunque di fare di tutto affinché si possano svolgere gli incontri previsti per la prossima settimana a Ginevra. Fra i temi affrontati, tra l’altro, con il segretario di stato USA John Kerry e il ministro degli esteri iraniano Jawad Zarif, figurava anche l’accesso alle aree interessate dal conflitto degli aiuti umanitari destinati alla popolazione.

Il consigliere federale Didier Burkhalter con il segretario di stato USA John Kerry. © Keystone
Il consigliere federale Didier Burkhalter con il segretario di stato USA John Kerry. Keystone

Dai colloqui del consigliere federale Didier Burkhalter sulla situazione attuale in Medio Oriente è emersa la convinzione unanime che la risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’ONU sulla Siria del 18 dicembre 2015 rappresenti una base importante per i prossimi colloqui, che puntano a una soluzione politica del conflitto. La risoluzione 2254, che comprende una road map concreta, rappresenta un «traguardo importante dopo anni di blocco e la base per l’avvio di un processo di pace duraturo», ha detto il consigliere federale Burkhalter nei suoi colloqui con il segretario di stato USA John Kerry e il ministro degli esteri iraniano Jawaz Zarif. Ma è fondamentale che ora tutte le parti coinvolte siano disposte a fare i passi necessari per metterla in atto. Il capo del Dipartimento federale degli affari esteri invita perciò a chiarire tutte le questioni ancora aperte, per fare in modo che la prossima settimana possano iniziare a Ginevra i colloqui di pace. Il consigliere federale Burkhalter assicura anche per il futuro il pieno sostegno della Svizzera all’inviato speciale dell’ONU per la Siria, Staffan de Mistura.

La Svizzera sostiene l’ONU dal 2012 nei suoi sforzi per risolvere la crisi siriana, per esempio mettendo a disposizione dell’inviato speciale esperti in diritto costituzionale e nell’ambito della mediazione. Oltre a queste competenze tecniche, fornisce supporto organizzativo e logistico nella preparazione di colloqui e conferenze a Ginevra.

Didier Burkhalter ha inoltre ribadito che deve essere assolutamente migliorato l’accesso alla popolazione siriana da parte degli aiuti umanitari. «Gli aiuti umanitari non possono sostituire la ricerca di una soluzione politica» ha dichiarato il consigliere federale, «ma sono fondamentali affinché le persone che vivono nella regione possano continuare a sperare in un miglioramento della situazione».

La Svizzera cerca da tempo, tramite la propria diplomazia umanitaria, di creare condizioni che permettano agli operatori umanitari di effettuare i loro interventi e sostiene progetti negli Stati confinanti per migliorare le condizioni di vita delle persone coinvolte. Finora la Svizzera ha speso oltre 200 milioni di franchi per gli aiuti umanitari in Siria, Libano, Giordania e Iraq. Nel settembre del 2015, il Consiglio federale ha stanziato fondi supplementari per l’approvvigionamento dei campi profughi e degli Stati ospiti, al fine di limitare ulteriori spostamenti delle persone in fuga.

Anche la prevenzione dell’estremismo violento deve essere una priorità, ha affermato il consigliere federale Burkhalter. «Dobbiamo combattere le cause che spingono le persone ad entrare nelle organizzazioni terroristiche» ha detto il capo del DFAE a Davos. Tra le possibili cause ha poi ricordato la mancanza di opportunità e di prospettive a livello sociale ed economico, la marginalizzazione e la discriminazione, le disuguaglianze, le violazioni dei diritti umani e delle regole dello Stato di diritto, i conflitti latenti e irrisolti.

La Svizzera fa di tutto per prevenire l’estremismo violento e per questo sostiene il Global Community Engagement and Resilience Fund (GCERF). Questo fondo internazionale, con sede a Ginevra, promuove le iniziative locali che cercano di prevenire la radicalizzazione dei gruppi a rischio. Burkhalter esorta anche a elaborare una concreta agenda regionale nonostante la situazione problematica nel Medio Oriente. Come esempio, ricorda le potenzialità della cooperazione intra e interstatale nella gestione delle risorse idriche. Nell’ambito della sua «diplomazia dell’acqua» (Blue peace) la Svizzera sostiene vari progetti che cercano di fare dell’acqua non una potenziale fonte di conflitto bensì una fonte di cooperazione e di pace nella regione.


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Ultima modifica 19.07.2023

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