Berna, Comunicato stampa, 02.04.2015

Nell’ambito dello sminamento umanitario, nel 2014 la Svizzera ha sostenuto progetti in diversi Paesi, intervenendo ad esempio nelle Filippine, dove un deposito di armi e munizioni era stato trascinato via dal tifone Haiyan, e nel Corno d’Africa, dove ha prestato supporto alle autorità locali in Somaliland e Puntland nella realizzazione di due centri per lo sminamento. Nel 2014 la Confederazione ha stanziato circa 19 milioni di franchi in tale ambito. L’importanza di questo impegno, che rappresenta un contributo a lungo termine a favore della pace e della sicurezza, viene sottolineata ogni anno anche in occasione della Giornata mondiale contro le mine, che si celebra il 4 aprile. A livello politico e operativo l’impegno svizzero è coordinato dal DFAE e dal DDPS. Nel nuovo rapporto annuale appena pubblicato, i due dipartimenti presentano una panoramica delle attività svolte nel 2014.

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Spesso le mine e i residuati bellici esplosivi («proiettili inesplosi») rappresentano un rischio per la popolazione locale e per le persone che partecipano alle missioni umanitarie e di promozione della pace anche anni o addirittura decenni dopo la fine di un conflitto. I residuati bellici impediscono in molti casi l’accesso umanitario alla popolazione colpita, mettono a rischio gli operatori delle missioni internazionali di assistenza dopo i conflitti e possono rappresentare un pesante ostacolo per la ricostruzione, lo sviluppo a lungo termine e la sicurezza alimentare.

Dagli anni 1990 la Confederazione si impegna attivamente nello sminamento umanitario, fornendo così un contributo a lungo termine a favore della pace e della sicurezza. Attualmente la Strategia antimine della Confederazione 2012 – 2015 rappresenta il quadro di riferimento per le attività politiche e operative. Nell’ambito della Strategia, il Dipartimento federale degli affari esteri DFAE e il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport DDPS coordinano i propri contributi.

Nel 2014 la Confederazione ha stanziato un importo complessivo di 19,1 milioni di franchi a favore dello sminamento umanitario. I fondi sono confluiti direttamente nella realizzazione degli obiettivi politici e operativi della Strategia: la Svizzera ha sostenuto numerosi progetti in vari Paesi e regioni grazie ai contributi finanziari del DFAE e all’esperienza tecnica del DDPS e dell’Esercito svizzero, intervenendo ad esempio nelle Filippine, dove un deposito di armi e munizioni era stato trascinato via dal tifone Haiyan con conseguente pericolo per la popolazione, o nel Corno d’Africa, dove la Svizzera ha potuto concludere il proprio impegno a favore del programma di sminamento dell’ONU in Somaliland e Puntland. In quest’ultimo caso l’impegno svizzero ha permesso di sviluppare le capacità locali, con le quali i centri per lo sminamento attivi nelle due province sono ora in grado di svolgere autonomamente la propria attività. La Svizzera ha anche sostenuto, tra l’altro, progetti in Bosnia e Erzegovina, Kosovo, Angola, Sudan del Sud, Colombia, Cambogia e Sri Lanka. I contributi degli esperti svizzeri ai programmi dell’ONU in loco o presso le sedi di New York e Ginevra sono molto apprezzati e riconosciuti a livello internazionale.

A livello politico e diplomatico la Svizzera ha portato avanti il proprio impegno a favore del consolidamento istituzionale delle convenzioni rilevanti in quest’ambito (Convenzione sul divieto delle mine antiuomo, Convenzione sulle munizioni a grappolo, Convenzione ONU su alcune armi convenzionali) e del dialogo politico multilaterale. Uno degli obiettivi è in particolare quello di contrastare eventuali segnali di stanchezza nell’impegno per l’eliminazione di mine antiuomo, munizioni a grappolo e altri residuati bellici esplosivi. In tale contesto la Svizzera prende atto con grande apprensione dei rapporti sull’eventuale impiego di munizioni a grappolo nei conflitti più recenti.

In linea con gli obiettivi, circa la metà del contributo della Confederazione è andato a beneficio del Centro internazionale per lo sminamento umanitario di Ginevra (GICHD), che gode di un’eccellente reputazione internazionale in quest’ambito. In collaborazione con autorità nazionali, organizzazioni internazionali e società civile, il Centro elabora norme e standard, diffonde le conoscenze specialistiche e sostiene le attività operative nelle regioni e nei Paesi colpiti dal problema. L’ingresso del GICHD nella «Maison de la Paix» (Casa della pace), inaugurata nel 2014, ha consentito di rafforzare ulteriormente il Centro nel contesto dell’impegno della Svizzera a favore della pace.

Se rapportate agli obiettivi strategici, le attività della Confederazione nel 2014 possono essere considerate soddisfacenti. Tuttavia, gli interventi necessari nell’ambito dello sminamento umanitario sono ancora molti, sia nell’ambito dell’impegno finalizzato a rendere universali le norme rilevanti del diritto internazionale umanitario sia per quanto concerne lo sminamento delle aree contaminate e l’assistenza alle vittime. A maggior ragione, dunque, la Svizzera guarda con una certa apprensione all’attuale tendenza ad attenuare, in alcuni casi, l’impegno internazionale.


Informazioni supplementari:

Mine antiuomo, munizioni a grappolo e altri residuati bellici esplosivi
Rapporto annuale 2014


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Ultima modifica 19.07.2023

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