Acqua pulita in Asia central - Gestire autonomamente l’approvvigionamento idrico

Progetto concluso
Ragazzini che si stanno lavando le mani.
Azione comune 'Lavarsi le mani' nelle scuole materne della provincia di Fergana. © SCO Tashkent © ЫСЩ © SCO Tashkent

In Uzbekistan, le zone rurali dispongono di poca acqua potabile e molti dei dieci milioni di abitanti del Paese soffrono di malattie provocate dal consumo di acqua inquinata. Un progetto finanziato dalla DSC mira a risolvere questi problemi, aiutando la popolazione ad affrontarli in maniera autonoma. Gli abitanti dei villaggi imparano infatti ad organizzarsi per garantire il proprio approvvigionamento idrico.

Paese/Regione Tema Periodo Budget
Uzbekistan
Acqua
Acqua potabile e strutture igieniche elementari (WASH) (til 2016)
Politica del settore idrico
01.01.2013 - 30.06.2018
CHF  6’157’000

L’acqua pulita e l’accesso agli impianti sanitari costituiscono uno dei presupposti di base dello sviluppo. Mentre nel mondo la percentuale di persone che hanno a disposizione acqua pulita è in aumento, in Asia centrale, dopo il crollo dell’Unione Sovietica, si osserva la tendenza contraria: sono sempre meno quelli che hanno accesso all’acqua potabile perché i Paesi della regione, che hanno ottenuto da poco l’indipendenza, non hanno i mezzi per dotarsi di nuovi impianti. Per mancanza di investimenti nella manutenzione inoltre le infrastrutture esistenti si deteriorano o diventano del tutto inutilizzabili.

Accesso ad acqua pulita per più di 30 villaggi

Da quando la DSC, nel 2004, ha iniziato ad occuparsi dell’approvvigionamento idrico in Asia centrale, sono complessivamente 150’000 le persone, distribuite tra più di 30 villaggi, a disporre ora di un accesso duraturo all’acqua potabile, 110’000 in Uzbekistan, 40’000 in Tagikistan.

Il «Rural Water Supply and Sanitation Project» fa parte del programma Acqua in Uzbekistan, incentrato sulla costituzione di un sistema di gestione locale dell’approvvigionamento idrico. I Comuni vengono incentivati e sostenuti affinché mettano in opera una propria rete idrica: i sistemi troppo vecchi o in cattivo stato vengono risanati e i villaggi che non avevano alcun accesso all’acqua potabile possono di nuovo essere allacciati ad una rete di distribuzione.

Partecipazione della popolazione

Nell’ambito del progetto, gli abitanti dei villaggi dell’Uzbekistan imparano a costruire una rete idrica ed a mantenerla in buono stato. Controllano le pompe e il sistema di disinfezione, le condotte, le cisterne e le fontane. In inverno sono responsabili della protezione degli impianti dal gelo.

Riuniti in Assemblea, prendono insieme le decisioni importanti per la gestione dell’approvvigionamento idrico. La partecipazione della popolazione locale aumenta l’accettazione del progetto. Questo aspetto è importante perché gli abitanti devono pagare una tassa che serve a coprire interamente i costi dell’elettricità per la pompa, le spese di manutenzione e gli stipendi. In Asia centrale, l’acqua è stata finora fondamentalmente gratuita: il fatto che gli utilizzatori adesso debbano pagare per usufruirne accresce la loro sensibilità verso questa risorsa limitata.

L’igiene è essenziale

Un altro punto fondamentale del progetto sostenuto dalla DSC è la diffusione di informazioni tra gli abitanti dei villaggi in tema d’igiene. Consigli pratici chiari e mirati permettono di assimilare buone abitudini igieniche, come lavarsi le mani o pulire i contenitori dell’acqua, che consentono di ridurre notevolmente le malattie correlate all’acqua, molto diffuse, in particolar modo tra i più piccoli. Un obiettivo è ridurre del 30 per cento i casi di diarrea tra i bambini.

I bambini non devono più essere costretti ad andare a cercare l’acqua

Salomat Khon Davronova, madre di sei figli e quattordici volte nonna, è una pensionata di 66 anni che vive nel villaggio di Boltakul nella valle di Fergana, in Uzbekistan. «Da quando abbiamo un sistema di approvvigionamento idrico nel nostro villaggio», dice, «la vita è diventata molto più semplice per tutti». Gli abitanti non hanno più paura di bere l’acqua perché sanno che è pulita. Le malattie sono diminuite ed i bambini sono i più felici, racconta Salomat Khon Davronova. «Adesso quando vanno a scuola portano con sé una bottiglia di acqua bollita e non sono costretti a bere l’acqua del canale infestato dai vermi.» Un altro vantaggio, aggiunge, è che i bambini hanno più tempo per dedicarsi ad attività extrascolastiche invece di andare a prendere l’acqua. «Nel tempo libero possono seguire corsi ed imparare cose nuove».