Per avviare simili progetti servono mezzi. Il Fondo internazionale contro l’estremismo violento (Global Community Engagement and Resilience Fund, GCERF) ha pertanto lanciato un appello alla raccolta di fondi a sostegno delle proprie azioni. Istituito due anni fa a Ginevra, il GCERF ha cominciato ad attuare i suoi primi progetti in Bangladesh, in Mali e in Nigeria. Si tratta di far comprendere alla società civile l’importanza della lotta contro l’estremismo violento, di mobilitare le persone in maniera preventiva e di proporre alternative.
I primi tre progetti pilota del GCERF si rivolgono a un milione di persone. Per portarli avanti e lanciarne dei nuovi – in Kosovo, in Kenia e in Myanmar – il GCERF cerca supporto, in particolare nell’economia privata che si mira a sensibilizzare ulteriormente. La Svizzera, che, insieme ad altri Paesi, ha appoggiato la creazione di questo fondo, è soddisfatta dell’avvio dei primi progetti e continuerà a sostenere il GCERF.
Anche le donne sono chiamate a svolgere un ruolo importante nella lotta contro la violenza e il terrorismo. Se, da una parte, sono spesso vittime in maniera sproporzionata degli atti terroristici, dall’altra, si trovano nella posizione adatta per dare un contributo chiave all’eliminazione di questi fenomeni violenti. Poiché alcuni gruppi terroristici cercano di reclutare donne in maniera mirata (il 10% circa dei 5000 jihadisti occidentali partiti per la Siria è composto di donne) è importante che siano espressamente considerate negli sforzi fatti per lottare contro l’estremismo violento e il terrorismo. Nel corso di una riunione di alto livello a New York, Didier Burkhalter ha ricordato che la Svizzera dispone di un piano d’azione specifico che definisce tre priorità: giovani, ruolo delle Ginevra internazionale e, appunto, ruolo delle donne.
La discussione sulla lotta contro il terrorismo continuerà mercoledì a New York con la partecipazione di Didier Burkhalter alla 7a riunione plenaria del Forum globale dell’antiterrorismo (Global Counterterrorism Forum, GCTF). In questa occasione, il capo del DFAE presenterà alcune azioni concrete della Svizzera, come un progetto che punta a creare il dialogo tra giovani e autorità in un quartiere difficile di Tunisi o la riforma di alcune procedure giudiziarie in Libano, allo scopo di ridurre il rischio di radicalizzazione dei giovani nelle prigioni.
Nel corso di questa riunione ministeriale, i membri del GCTF dovranno adottare una serie di raccomandazioni tra cui il «Memorandum di Neuchâtel sulle buone pratiche della giustizia minorile nel quadro della lotta contro il terrorismo».
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